Secondo quanto riportato dal Guardian, la Northumbrian Water, compagnia idrica britannica che fornisce acqua di rete e servizi di fognatura al Northumberland, Tyne and Wear, Durham e parti del North Yorkshire, è stata recentemente obbligata dal tribunale d’appello a rivelare delle informazioni che aveva tenute segrete. Si tratta dei dati riguardanti il rilascio di centinaia di migliaia di tonnellate di acque reflue non trattate riversate nel Mare del Nord. La questione ha preso il via quando Steve Lavelle, vicepresidente del forum di quartiere a Whitburn, nel villaggio di South Tyneside, ha chiesto dati dettagliati sugli scarichi effettuati dalla stazione di pompaggio di Northumbrian Water a Whitburn. La tesi sostenuta da Lavelle e altri attivisti ambientali è che l’inquinamento causato da questi scarichi sia un problema persistente, contrariamente da quanto affermato dall’azienda, dall’Environment Agency e del governo.
Le indagini condotte da Lavelle suggeriscono che il problema non solo persiste, ma è anche sottovalutato nei report ufficiali. Ad esempio, nel 2019, la regione nord-est dell’Inghilterra ha registrato precipitazioni leggermente superiori alla media, ma ciò non giustifica i più di 760.000 tonnellate di acque reflue non trattate scaricate nel Mare del Nord. Anche nei due anni successivi, le quantità scaricate sono state eccezionalmente alte, superando le 460.000 tonnellate nel 2020 e raggiungendo un picco record di 821.088 tonnellate nel 2021. Si tratta di dati cruciali per comprendere l’entità dell’inquinamento e le sue potenziali ripercussioni sull’ecosistema marino e sulla salute pubblica, in particolare nelle aree balneari come Marsden e le spiagge e le pozze rocciose di Whitburn.
La questione poi è di particolare rilievo perché, già nel 2012, la Corte di Giustizia Europea aveva stabilito che tali scarichi ponevano il Regno Unito in una condizione di violazione degli obblighi legali sul trattamento delle acque reflue, ordinando al governo di rimediare entro cinque anni.
Northumbrian Water ha inizialmente rifiutato di rilasciare a Lavelle i dati del 2022, sostenendo che ciò avrebbe potuto “influenzare negativamente il corso della giustizia”, riferendosi alle indagini condotte da enti regolatori, come l’Ofwat (l’Autorità di Regolamentazione del Settore Idrico in Inghilterra e Galles) e l’Environment Agency, che verificano se vi siano state violazioni delle norme ambientali, in particolare per quanto riguarda lo scarico illegale di acque reflue.
Ora, però, la Northumbrian Water si vede costretta a condividere tali informazioni. Il tribunale d’appello ha infatti stabilito che è nell’interesse pubblico rilasciare le informazioni. “Siamo impegnati a proteggere e migliorare le coste, i fiumi e i corsi d’acqua in tutte le aree della nostra operatività e abbiamo pubblicato proattivamente una serie di impegni all’avanguardia nel settore per generare ulteriori miglioramenti”, ha risposto la Northumbrian Water. “Abbiamo un solido track record per quanto riguarda l’ambiente e abbiamo mantenuto la valutazione eccellente o buona dall’Agenzia Ambientale negli ultimi tre anni. Prendiamo atto della decisione del tribunale riguardo alla stazione di pompaggio di Whitburn e stiamo considerando i nostri prossimi passi”.