Fondazione Diversity ha pubblicato i risultati del suo Diversity Media Report 2024 (DMR), la ricerca annuale sulla rappresentazione delle diversità nei media italiani di informazione e intrattenimento. La Fondazione realizza la ricerca in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia e si avvale di un Security Check Committee e di un Comitato Scientifico proveniente da numerose Università italiane. Oltre all’usuale analisi sui temi legati al genere, all’etnia, all’LGBT+, all’età e alla disabilità, quest’anno il report si arricchisce di una sezione dedicata all’aspetto fisico, valutando la presenza e il modo in cui queste diversità vengono incorporate e rappresentate nei notiziari, nei film, nelle serie televisive, nei programmi radio e in altri formati media. Questo nuovo focus, a cura di Giulia Paganelli e 2B Research, si presenta come uno studio approfondito sulla percezione del corpo e della bellezza nella società italiana. Ne emerge che l’ideale estetico dominante influenza la percezione di sé e degli altri, con un impatto particolare sulla salute mentale, sull’autostima e sul benessere delle persone.
Quanto all’analisi sulle trasmissioni televisive italiane, il report rileva che nel 2023 i principali TG italiani hanno registrato un incremento significativo delle notizie relative alla diversità, raggiungendo il 35,5% rispetto al 23,9% del 2022. I temi etnie e questioni razziali, genere e identità di genere, e età e generazioni hanno ricevuto maggiore attenzione, con rispettivamente il 20,1%, 12,7% e 12% delle coperture totali. Le aree di disabilità e temi LGBTQ+ o legati all’aspetto fisico, tuttavia, sono rimaste largamente trascurate. Si nota, inoltre, come le notizie relative alle etnie sono state spesso collegate a eventi mediatici di grande rilievo come conflitti e migrazioni, inclusi il naufragio di migranti a Cutro e l’attacco di Hamas. Per quanto riguarda il cluster “età e generazioni”, la copertura mediatica ha riguardato prevalentemente cronaca e criminalità, con alcune eccezioni come la Giornata Mondiale della Gioventù. Le notizie sul Genere e identità di genere hanno mostrato una preoccupante enfasi su femminicidi e violenze, con meno spazio dedicato a discriminazioni, diritti, e culture.
I temi relativi alla disabilità e all’aspetto fisico sono stati trattati in maniera problematica, con un focus su disagi e stereotipi, mentre le questioni LGBT+ hanno ricevuto una copertura marginale nonostante discussioni pubbliche e politiche significative.
Passando all’intrattenimento, le serie TV italiane mostrano carenze nella rappresentazione della diversità, a differenza delle serie straniere che presentano una rappresentazione più inclusiva e variegata. Il cinema italiano ha trattato temi di genere, razzismo e omofobia prevalentemente con un approccio storico. I podcast hanno visto un aumento di ascoltatori e hanno trattato tematiche di femminismo e inclusione con vari approcci.
Dal cinema italiano grandi segnali di evoluzione rispetto agli ultimi anni: titoli di grande successo hanno trattato tematiche di genere (C’è ancora domani); di razzismo e persecuzioni (L’ultima volta che siamo stati bambini); di omofobia e crimini d’odio (Stranizza d’amuri). È significativo tuttavia che lo abbiano fatto attingendo a un immaginario storico, probabilmente perché alcuni argomenti, al di fuori di questa lente, sono spesso considerati “divisivi”. Manca quasi totalmente una riflessione sul corpo, e sul corpo grasso nello specifico, mentre l’attenzione al tema etnico è quasi sempre focalizzata sul racconto “emergenziale” (Io Capitano) e spesso risente dello “sguardo bianco” con il rischio di un’eccessiva romanticizzazione e scarso realismo di alcune narrazioni.
Continuano il loro trend positivo le serie young, soprattutto straniere, capaci di portare una pluralità di personaggi straordinaria, mentre quelle italiane hanno ancora dei margini di miglioramento: talvolta possono cadere in errori di linguaggio e trattazione per esempio verso i personaggi con disabilità (anche se non mancano esempi virtuosi come Il Cercasuoni), ma soprattutto registrano una scarsissima presenza di personaggi razzializzati, in un Paese che vede nelle sue scuole un quadro totalmente diverso: basti pensare, a titolo esemplificativo, che gli studenti di nazionalità non italiana nelle nostre scuole sono circa 900.000, l’11,6% del totale, e che il 6,8% delle classi ha una quota di studenti stranieri superiore al 30 per cento (percentuale che sale all’11,2% nella scuola primaria).
Infine, l’indagine dedicata alla percezione del corpo e della bellezza nel panorama culturale italiano ha coinvolto 800 individui, con età compresa tra 16 e 78 anni, rappresentativi di diverse generazioni, dalla Gen Z ai Baby Boomer. Questo studio ha approfondito vari aspetti quali le concezioni di bellezza, il giudizio sociale, la percezione del proprio corpo e le relative conseguenze sulla vita sociale, nonché l’impatto di violenza e body shaming sul benessere psicologico e sulla salute mentale. Significativamente, la ricerca ha evidenziato l’importante intersezionalità del tema dell’aspetto fisico, che interagisce con diverse forme di diversità, influenzando la percezione di elementi come la forma, il peso, il colore della pelle, le caratteristiche uniche e l’età del corpo, nonché il suo allineamento o meno con gli standard socialmente imposti. L’analisi si è estesa anche ai “rivestimenti” del corpo, esplorando come il look e l’espressione personale attraverso l’abbigliamento e altri elementi visivi influenzino l’identità e la percezione sociale degli individui.
Il sistema mediale – soprattutto quello del cinema, della tv e dei social – è emerso come uno dei più grandi promotori di questo ideale estetico dominante e irrealistico: la percezione prevalente è quella di una rappresentazione della bellezza stereotipata/superficiale (45%) e idealizzata/irraggiungibile (32%), che passa in modo forte attraverso i contenuti social. Film e serie tv (più rilevanti in termini di fruizione per Gen Z e Millenial) sono portavoce di una rappresentazione leggermente più realistica, ma il loro portato di influenza è nettamente inferiore a quello dei social.
Osservando la frequenza con cui i giudizi sull’aspetto fisico permeano i discorsi sociali, emerge un allarmante 48% di individui che sente esprimere spesso e molto spesso giudizi sull’aspetto fisico in contesti diversi. Questo dato è ancora più allarmante se si focalizza l’attenzione su Gen Z e Millennial dove la percentuale sale al 58%. I giudizi riguardano in modo preponderante il peso – citato come prima risposta dal 54% del campione, con un picco del 66% nella Gen Z. Da segnalare che il colore della pelle, citato come prima risposta dal 13%, sale al 21% come prima risposta al Nord Ovest.
Rispetto al sentirsi giudicati in prima persona il 20% ha sentito frequentemente giudizi sul proprio aspetto fisico (31% fra la Gen Z e 28% nei Millenial), giudizi che riguardano in modo molto preponderante il peso e, in seconda battuta, abbigliamento/make-up e capelli.
“Le donne sono spesso soggette a una pressione particolarmente intensa per conformarsi agli ideali estetici dominanti: in questo contesto, la violenza di genere diventa una conseguenza naturale dell’oggettificazione dei corpi femminili”, avverte Fondazione Diversity. “Il body shaming emerge come un’arma subdola utilizzata per intimidire e umiliare le donne, costringendole a conformarsi agli ideali imposti dalla società, con conseguenze devastanti sulla loro autostima e sul loro benessere emotivo”.
Come ogni anno, i prodotti mediali emersi dal DMR – Informazione e Intrattenimento entrano in nomination per i Diversity Media Awards 2024, una serata evento benefica condotta da Francesca Michielin e da Ema Stokholma, in scena il 28 maggio al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano e trasmessa anche quest’anno su Rai1 – il 28 giugno in seconda serata – per il suo alto valore di servizio pubblico. Fino al 10 maggio il pubblico potrà votare le nomination su www.diversitymediaawards.it per eleggere i vincitori e le vincitrici nelle seguenti categorie: Miglior Film, Miglior Serie TV Italiana, Miglior Serie TV Straniera, Miglior Serie Young, Miglior Programma TV, Miglior Programma Radio, Miglior Podcast, Miglior prodotto digital, Creator dell’anno, Personaggio dell’anno. Durante l’evento saranno attribuiti anche i riconoscimenti all’informazione: Miglior Servizio TG, Miglior Articolo Stampa Quotidiani, Miglior Articolo Stampa Periodici, Miglior Articolo Stampa Web.