La necessità del distacco sociale, nei luoghi di lavoro, ha enfatizzato lo smart working. La possibilità di praticare il tele-lavoro è stata introdotta per la maggior parte dei dipendenti italiani, sia pubblici che privati, a seguito delle disposizioni del DPCM del 5 marzo 2020 per il contenimento del Covid. Il fenomeno, prima tutto sommato marginale, ha assunto dall’oggi al domani un’importanza inattesa. Da una ricerca condotta da Hc, società di formazione controllata dall’Agenzia di Lavoro Openjobmetis, su un campione dei direttori del personale di 200 imprese è emerso che il 46% delle aziende intervistate non aveva mai fatto uso del lavoro a distanza. Ora, la percentuale si è ridotta all’1% del campione. Il 66% degli HR manager coinvolti nell’indagine ha, poi, dichiarato di voler intensificare questa prassi anche dopo la fine della pandemia.
Da parte sua Infojobs, piattaforma per la ricerca di lavoro online, ha messo a confronto sul tema smart working 189 aziende e 1.149 dipendenti italiani. Il 72% delle società contattate ha attivato col tema lockdown il telelavoro che impatta su un settimo dei dipendenti. Per il 56% delle aziende e per il 79% dei lavoratori si tratta della prima volta. Ma cosa succederà finita la pandemia? Secondo l’indagine Infojobs, il 71% dei lavoratori vorrebbe mantenerlo, ma solo per qualche giorno al mese, mentre le aziende preferiscono non sbilanciarsi e aspettare nuove normative.
Sullo smart working gli studiosi di responsabilità sociale non hanno posizioni univoche. La maggior parte lo vede con favore in quanto gli effetti sulla sostenibilità ambientale sono senz’altro positivi (traffico, emissioni CO2 da parte di veicoli, ecc). Ma non manca chi, spinto da una visione più sociale in senso storico che ecologica, afferma che la forza dei dipendenti stia proprio nel lavorare insieme. Senza un’unità anche fisica c’è il rischio che sarebbe più difficile far rispettare molti diritti. E non manca anche, soprattutto nelle aziende ad alto tasso di creatività (moda, gioielli, arredamento), chi è scettico sul lavoro a casa ritenendo che le idee migliori possano venire solo da team che collaborano gomito a gomito.