Secondo l’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche, le scarse precipitazioni di novembre, mese cruciale per la ricarica degli acquiferi, riaccendono l’allarme in diverse regioni settentrionali che, nonostante le abbondanti piogge dei mesi scorsi, si trovano ora in deficit idrico.
I dati dell’Osservatorio Siccità del CNR evidenziano che, a novembre, il 43% del territorio italiano ha affrontato condizioni di siccità severa o estrema, interessando il 63% della popolazione. In particolare, nel Nord Italia, le aree più colpite sono Emilia-Romagna (-75% di piogge, 92% del territorio interessato), Veneto (-93%, 85%) e Lombardia (-92%, 72%). Anche il Sud, già in difficoltà, ha registrato carenze significative in regioni come Puglia (43% del territorio), Calabria (41%) e Sardegna (40%).
Francesco Vincenzi, presidente dell’ANBI, esprime preoccupazione per una possibile ripetizione delle condizioni critiche del 2022, aggravate da un Centro-Sud già sotto stress idrico. «La siccità severo-estrema evidenzia preoccupanti analogie con quanto registrato lo scorso anno, quando una pesante siccità colpì precocemente molte zone del Sud e delle isole già nei mesi invernali, protraendosi fino ad oggi e spaccando l’Italia in due». Vincenzi sostiene che «se il trend meteorologico continuerà, rischiamo di rimpiangere l’acqua persa in mare per mancanza di infrastrutture adeguate alla raccolta».
Il bilancio degli eventi confermerebbe un nuovo record: 2619 fenomeni estremi già registrati, tra cui 1625 nubifragi, 682 grandinate eccezionali e 382 cicloni. Complessivamente, nel triennio 2022-2024, gli eventi estremi che hanno interessato la nostra Penisola sono aumentati del 95% rispetto al triennio precedente e addirittura del 181% rispetto al 2016-2018. Secondo Vincenzi «i dati evidenziano la necessità di urgenti politiche di adattamento per non penalizzare vita e sviluppo delle comunità in Italia e in Europa».