Le etichette degli imballaggi parlano sempre più “verde”, anche se il quadro non è ancora completo. Secondo il sesto rapporto dell’Osservatorio IdentiPack, pubblicato grazie alla collaborazione tra CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) e GS1 Italy, cresce il numero di prodotti sugli scaffali che riportano informazioni chiare su materiali e corretto smaltimento, segno di un maggiore impegno da parte delle aziende e di una risposta alle esigenze normative e dei consumatori.
L’analisi, basata su oltre 138.000 prodotti di largo consumo monitorati grazie ai dati di mercato di NielsenIQ, evidenzia una tendenza positiva: il 56,4% delle confezioni a scaffale presenta indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul conferimento corretto in raccolta differenziata (era il 50% un anno fa); la percentuale cresce all’80% se si considerano i prodotti effettivamente venduti (74,4% l’anno precedente).
Inoltre, la codifica identificativa dei materiali di composizione, richiesta dalla Decisione 129/97/CE, è presente sul 46,8% delle referenze grocery, in crescita rispetto al 44,1% del 2023. Il dato raggiunge il 72,2% per le confezioni vendute (contro il 68,5% dell’anno scorso).
Marchi e informazioni ambientali volontarie sono, invece, riportati sull’8,3% dei prodotti (un incremento rispetto al 7,6% di un anno fa). Le informazioni aggiuntive per migliorare la qualità della raccolta differenziata si fermano al 6,9%, un valore stabile (6,2% nel 2023). Le certificazioni sulla compostabilità del packaging restano ferme a uno scarso 0,2%, senza variazioni significative.
Infine, le indicazioni per visionare digitalmente le informazioni ambientali sono presenti sul 3,8% dei prodotti, un dato anch’esso invariato.
Tra i diversi comparti, il settore del freddo emerge come il più attento alla comunicazione ambientale. Infatti il 58,3% delle referenze riporta la codifica dei materiali e il 78,7% delle confezioni a scaffale indica come conferire l’imballaggio in raccolta differenziata. È anche l’unico settore a superare il 10% (14,4%) di prodotti con informazioni aggiuntive per una raccolta di qualità.
Buone sono anche le performance relative a carni e fresco: il 54,2% e il 52,5% dei pack, rispettivamente, presentano la codifica identificativa.
In più, il 60% delle confezioni riporta indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sullo smaltimento corretto (65,5% per le carni, 69% per il fresco).
Diverso il caso del comparto cura casa, che primeggia per le indicazioni digitali: il 30,4% delle confezioni invita i consumatori a visionare online le informazioni ambientali.
Per Simona Fontana, direttore generale di CONAI, la crescita delle informazioni ambientali riflette un cambiamento importante: «La comunicazione ambientale, seria e veritiera, è sempre più percepita come utile e necessaria. I consumatori hanno acquisito consapevolezza, e le imprese hanno compreso che devono conformarsi alla normativa e, allo stesso tempo, costruire un rapporto di fiducia basato sulla trasparenza e sull’autenticità delle informazioni».
Fontana sottolinea poi l’importanza della Direttiva 825, pubblicata lo scorso 6 marzo e indirizzata alla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione: «A partire dal 2026, in assenza di dati scientifici e dimostrabili, non si potranno più fare green claim. Le comunicazioni volontarie saranno mediate dalle nuove disposizioni dell’UE. Questo rapporto dimostra che le aziende italiane sono in prima linea nell’adottare scelte responsabili, fondamentali per il successo in un’economia circolare che punta a ridurre l’impatto ambientale e valorizzare la sostenibilità».
Anche Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy, sottolinea il valore dell’iniziativa IdentiPack: «Questa edizione rappresenta una nuova tappa del percorso di IdentiPack per documentare l’evoluzione della comunicazione della sostenibilità attraverso le etichette dei prodotti. È un servizio unico in termini di rappresentatività e autorevolezza, poiché si basa sui dati di oltre 138.000 prodotti, gli stessi dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy».
Il rapporto IdentiPack evidenzia progressi tangibili nella comunicazione ambientale degli imballaggi in Italia, ma segnala anche aree di miglioramento, come le certificazioni di compostabilità e le indicazioni digitali. Con l’entrata in vigore delle nuove direttive europee, il futuro dell’etichettatura ambientale richiederà standard più stringenti e comunicazioni sempre più chiare e verificabili.