Nei prossimi cinque anni, i materiali recuperati dalle batterie esauste e dagli scarti di produzione delle gigafactory potrebbero bastare per produrre fino a 2,4 milioni di veicoli elettrici in Europa. Nonostante ciò, secondo un nuovo studio di Transport & Environment (T&E), l’Unione Europea e il Regno Unito rischiano di non sfruttare questo potenziale a causa di progetti industriali di riciclo che rischiano di essere bloccati o cancellati.
«Quasi la metà della capacità di riciclo prevista è a rischio», avverte T&E, sottolineando che senza un intervento urgente, l’Europa perderà una delle sue carte più importanti per raggiungere l’autosufficienza e la sostenibilità nella produzione di veicoli elettrici.
Secondo i dati presentati, il riciclo delle batterie esauste e degli scarti industriali potrebbe coprire entro il 2030:
14% del litio,
16% del nichel,
17% del manganese,
25% del cobalto necessario per le auto elettriche in Europa.
Guardando oltre, le potenzialità appaiono ancora più ambiziose: entro il 2040, l’Europa potrebbe diventare quasi autosufficiente per il cobalto, riducendo drasticamente la dipendenza dalle importazioni e consolidando la propria filiera industriale delle batterie.
Il riciclo non è solo una questione economica ma anche ambientale. La ricerca evidenzia che, entro il 2040, il riutilizzo dei materiali provenienti dalle batterie potrebbe evitare l’apertura di 12 nuove miniere su scala globale:
4 di litio,
3 di nichel,
4 di cobalto,
1 di manganese.
Ciò significherebbe ridurre drasticamente i danni associati all’attività estrattiva, come l’impatto su acqua, suolo e biodiversità. Inoltre, localizzare in Europa i processi di riciclo ridurrebbe del 19% l’impronta di carbonio del litio rispetto alla sua estrazione in Australia e raffinazione in Cina.
Nonostante le enormi opportunità, quasi la metà della capacità di riciclo pianificata in Europa è ferma o rischia di non vedere mai la luce. T&E punta il dito contro tre ostacoli principali: alti costi energetici delle operazioni industriali, arenza di competenze tecniche e insufficienza di sostegni finanziari.
«Né l’UE né il Regno Unito sono ancora pronti a cogliere l’opportunità del riciclo dei materiali connessi alla filiera delle batterie», afferma Andrea Boraschi, di T&E. «È ora di inquadrare il riciclo delle batterie come una soluzione chiave per la decarbonizzazione, al pari di qualsiasi altra tecnologia pulita. Servono norme chiare e finanziamenti mirati».
T&E lancia un appello urgente all’UE e al Regno Unito affinché diano priorità al riciclo delle batterie nelle loro politiche e nei programmi di finanziamento. L’associazione chiede in particolare che la prossima proposta europea del Circular Economy Act favorisca l’espansione dell’industria europea del riciclo, la limitazione delle esportazioni di rifiuti di batterie verso Paesi terzi e la semplificazione della circolazione intra-UE dei materiali riciclati.
«È il momento di agire», conclude T&E. Senza interventi immediati, l’Europa rischia di sprecare un’occasione cruciale per la transizione ecologica e per rafforzare la propria autonomia industriale nel settore strategico delle batterie.