Cosa ci sarà nel nostro piatto fra 25 anni? La nostra alimentazione del futuro sarà sempre più orientata alla sostenibilità e caratterizzata da semplicità e tradizione, senza però abbandonare le radici mediterranee. Prodotti plant-based, proteine alternative come alghe e legumi, e persino “novel food” troveranno spazio crescente nelle nostre diete, sostenendo un approccio più sano e rispettoso dell’ambiente. Queste sono alcune delle prospettive delineate da Cibo2050, l’eBook dell’Osservatorio Cirfood District, sviluppato grazie al contributo di 15 esperti in scienza, innovazione, nutrizione e tecnologia.
«Cibo2050, grazie ai contributi di 15 autorevoli voci, evidenzia i possibili scenari futuri del cibo e le sfide che tutto il sistema deve cogliere per garantire, a livello globale, un accesso equo e sostenibile al cibo», spiega Daniela Fabbi, direttore Comunicazione e Marketing di Cirfood. «Il legame tra clima, nutrizione e salute è evidente, e questa connessione deve guidare le scelte future di imprese, istituzioni e società». E aggiunge: «Come impresa che ogni anno serve oltre 100 milioni di pasti, abbiamo la responsabilità di comprendere i cambiamenti della società e di rispondere ai nuovi bisogni di consumatrici e consumatori, soprattutto in uno scenario complesso e fortemente influenzato da mutamenti climatici, demografici e tecnologici».
Secondo il rapporto, il benessere diventerà una priorità assoluta, guidando le abitudini alimentari attraverso l’approccio “Food as Medicine”, dove il cibo sarà visto come fonte primaria di salute e prevenzione. Innovazioni come la fermentazione di precisione, la nutraceutica e la nutrigenomica permetteranno di creare alimenti personalizzati, capaci di rispondere alle esigenze specifiche di ciascun individuo.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, pillole e beveroni non rappresenteranno il cibo del futuro. Invece, la riduzione del consumo di proteine animali, come carne e latticini, e l’abbandono di junk food e cibi ultra-processati saranno tendenze dominanti. Gli esperti avvertono, però, che alcune colture chiave come cacao e caffè potrebbero essere a rischio a causa del cambiamento climatico. L’innovazione agronomica e pratiche più sostenibili potrebbero comunque garantire alternative valide, come l’uso di carrubi per produrre cioccolato.
Oltre al valore nutrizionale, il cibo manterrà la sua funzione sociale e culturale, diventando un veicolo di scambio e arricchimento tra tradizioni e nuovi gusti generati dai flussi migratori. Gli spazi dedicati alla convivialità, come ristoranti e mense, si evolveranno in chiave tecnologica, offrendo esperienze personalizzate e trasparenti, con il supporto di strumenti avanzati come il metaverso e il “cibo connesso”.
Il rapporto dell’Osservatorio affronta anche il futuro della produzione alimentare, evidenziando la necessità di riformare i sistemi agricoli con pratiche rigenerative, agricoltura di precisione e agroecologia per rispondere ai bisogni nutrizionali di una popolazione globale stimata in 10 miliardi di persone entro il 2050.