Il nostro Paese guida la classifica europea per numero di auto rispetto alla popolazione: 694 veicoli ogni 1.000 abitanti, ben al di sopra della media UE di 571. Lo Lo registra l’Istat, evidenziando che si tratta di un dato in costante crescita (+1,3% annuo dal 2018), molto più rapido rispetto ad altre grandi economie come Germania (+0,7%), Spagna (+0,4%) e Francia (+0,3%), secondo i dati diffusi dall’Istat.
Nonostante il boom del parco veicoli, la transizione verso mezzi meno inquinanti avanza a rilento. Nel 2023, infatti, le auto ibride rappresentano solo il 6,9% del totale nei Comuni capoluogo, superando il 10% solo in città virtuose come Varese, Milano e Bologna. Ancora più marginale è la presenza delle elettriche, appena lo 0,6% (oltre l’1% solo a Milano, Bergamo, Brescia, Bolzano e Trento). Continuano invece a dominare le strade le auto a benzina (47,4%, in calo di 0,8 punti l’anno dal 2015) e quelle a gasolio (35,2%, con un declino ancora più lento di 0,3 punti annui).
Durante l’evento “Gli incidenti stradali: dati e misure di policy. Un quadro territoriale”, che si è tenuto a Roma, il Presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli ha lanciato un allarme sulla sicurezza stradale. «Gli incidenti stradali – ha dichiarato – rappresentano la principale causa di morte per i giovani tra i 5 e i 29 anni».
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni giorno nel mondo si registrano 3.260 decessi causati da incidenti stradali, con oltre 50 milioni di persone che subiscono ferite o disabilità permanenti.
In Italia, nonostante un calo a lungo termine degli incidenti e delle vittime, i dati del primo semestre 2024 indicano un’inversione di tendenza: gli incidenti sono aumentati dello 0,9% e i decessi del 4% rispetto allo stesso periodo del 2023. Sulle strade urbane, il dato è ancora più grave, con un incremento delle vittime dell’8%.
«Le città sono particolarmente pericolose per ciclisti e pedoni, complice il traffico caotico, la mancanza di controllo e una scarsa manutenzione del manto stradale», ha aggiunto Chelli.
Per affrontare queste sfide, le Regioni stanno sperimentando soluzioni innovative, ma serve un supporto più incisivo a livello nazionale. Secondo Chelli, «la formazione, soprattutto dei giovani, è l’unica vera risposta di lungo termine ai problemi della sicurezza stradale».