Il Consiglio regionale della Sardegna ha recentemente adottato una normativa che definisce le zone dove sarà possibile realizzare impianti per l’energia rinnovabile, in particolare turbine eoliche e pannelli solari. La nuova legge, promossa dalla maggioranza di centrosinistra, impone criteri molto restrittivi: solo l’1% del territorio regionale sarà destinato a questo scopo. La decisione arriva dopo un lungo confronto politico e sociale, in cui la popolazione locale ha espresso forti opposizioni a nuovi progetti di energia rinnovabile.
Nel corso degli ultimi mesi, comitati cittadini e gruppi di attivisti hanno organizzato numerose proteste per chiedere regole ancora più rigide, proponendo una versione più severa del provvedimento, nota come “legge di Pratobello”. La Legge di Pratobello è una proposta di legge di iniziativa popolare nata in Sardegna, che mira a porre un freno alla proliferazione incontrollata di impianti di energia rinnovabile, in particolare eolici e fotovoltaici, sul territorio isolano.
Sul tema, un ruolo centrale è stato giocato da Alessandra Todde, presidente della Regione ed esponente del Movimento 5 Stelle, che durante la campagna elettorale aveva promesso una moratoria sui nuovi impianti. Questa promessa si è concretizzata con uno dei primi atti del suo governo, sostenuto anche dal Partito Democratico: una sospensione di 18 mesi per i progetti delle aziende energetiche, in attesa della definizione delle aree idonee. Quella legge approvata il 2 luglio – affermano i sostenitori – segna un ulteriore passo verso la tutela del territorio sardo e persegue un modello di sviluppo sostenibile che bilancia le esigenze energetiche con la salvaguardia del paesaggio e delle risorse locali.
Da mesi, associazioni ambientaliste come Elettricità Futura e Sardegna Rinnovabile, alleanza nata su iniziativa di WWF Italia, Legambiente, Greenpeace Italia e Kyoto Club con lo scopo di promuovere e sostenere uno sviluppo a carbonio zero della Sardegna, criticano la legge che di fatto dichiara la Sardegna non idonea agli impianti rinnovabili per il 99% del suo territorio.
Elettricità Futura si domanda: “Come farà l’1% di territorio sardo ‘idoneo’ alle installazioni FER ad ospitare gli “oltre 6 GW di nuova capacità al 2030” previsti dallo stesso DL Aree Idonee per la Sardegna?”.