Nel 2023, 340.000 famiglie italiane in più rispetto al 2022 hanno vissuto condizioni di povertà energetica, un dato che emerge dal rapporto dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE), presentato al Luiss Hub di Milano in collaborazione con Banco dell’energia. L’incremento della povertà energetica si registra nonostante i 10 miliardi di euro messi in campo dallo Stato per alleviare le difficoltà economiche legate alla crisi energetica.
La Calabria si conferma la regione con il tasso più alto di povertà energetica (19,1%), mentre le Marche registrano il valore più basso (4,9%). Tuttavia, è la Basilicata a segnare l’aumento più marcato rispetto al 2022, con un incremento del 4,4%. Le aree più colpite dal fenomeno risultano essere le isole e il Nord Ovest, in particolare i piccoli centri e le zone suburbane, mentre le aree metropolitane mostrano una leggera flessione.
Nel corso dell’anno, la spesa energetica media delle famiglie italiane è diminuita del 6,4%, attestandosi a circa 1.800 euro. Questo calo è stato favorito da un inverno mite e dalla conseguente riduzione dell’uso del riscaldamento, che ha portato a un risparmio del 10% su tutte le fonti energetiche. Nonostante questa diminuzione, la povertà energetica resta un problema significativo, con un’incidenza particolarmente grave tra le famiglie straniere, che risultano esposte 2,8 volte più delle italiane.
Paola Valbonesi, presidente dell’OIPE, ha definito i dati “allarmanti”, sottolineando la necessità di migliorare l’efficacia e la selettività degli aiuti statali. «L’inverno 2025 potrebbe essere complicato da un ritorno dei prezzi elevati del gas e da condizioni climatiche meno favorevoli rispetto agli ultimi due anni», ha avvertito.
Intervenuta da Strasburgo, l’eurodeputata Benedetta Scuderi ha posto l’accento sulla necessità di promuovere le energie rinnovabili e di sostenere le famiglie vulnerabili con finanziamenti diretti e garanzie europee per mutui agevolati finalizzati all’efficientamento energetico. «I dati sono scioccanti e richiedono azioni immediate e strutturali», ha affermato. Roberto Malaman, segretario generale di ARERA, ha evidenziato un limite nelle politiche nazionali, spiegando che i bonus energetici e gli incentivi fiscali hanno spesso escluso le famiglie più vulnerabili, come quelle prive di abitazioni di proprietà o impossibilitate a investire in ristrutturazioni.
Infine, Marco Corradi, presidente di Eurhonet, ha sottolineato il crescente disagio abitativo causato dall’aumento dei costi energetici e dalla mancata crescita dei redditi familiari. Ha inoltre ribadito la necessità di misure strutturali per l’efficientamento energetico delle abitazioni e un monitoraggio costante dei prezzi dell’energia.