Uno studio recentemente pubblicato conferma che i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia crescente per la biodiversità, con un rischio di estinzione per quasi un terzo delle specie terrestri nel caso in cui le emissioni di gas serra non saranno ridotte.
Basato sull’analisi di 485 ricerche e oltre 5,5 milioni di proiezioni, lo studio presenta un quadro chiaro sull’impatto del cambiamento climatico sulla fauna e sulla flora mondiale. Sintetizzando decenni di ricerche, l’autore, Mark C. Urban, ha utilizzato modelli avanzati per valutare i rischi di estinzione in diversi scenari di riscaldamento globale. Le previsioni mostrano che se le temperature globali superassero l’aumento di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, il tasso di estinzione crescerebbe rapidamente. Con gli attuali impegni globali per la riduzione delle emissioni, si prevede che il riscaldamento globale raggiungerà 2,7°C entro il 2100, mettendo a rischio una specie su 20. Nel peggiore scenario, con un aumento di 5,4°C, il 30% delle specie potrebbe scomparire.
Alcuni ecosistemi e gruppi di specie risultano particolarmente esposti. Gli anfibi sono tra i più vulnerabili, con un rischio di estinzione stimato al 10%, a causa della loro sensibilità ai cambiamenti climatici e della dipendenza dagli habitat d’acqua dolce. Le specie di montagna rischiano di essere spinte verso le cime senza alcun rifugio disponibile, mentre gli ecosistemi insulari soffrono per l’isolamento geografico e le dimensioni ridotte. Le aree più minacciate includono Sud America, Australia e Nuova Zelanda, che ospitano specie con nicchie altamente specializzate e gamme geografiche ristrette.
Lo studio sottolinea l’importanza di agire rapidamente per limitare il riscaldamento globale e adottare strategie mirate di conservazione, sottolineando che identificare le specie e gli habitat più vulnerabili è fondamentale per concentrare gli sforzi di protezione, riducendo al minimo le perdite fino a quando i cambiamenti climatici non saranno mitigati o invertiti.