In un mondo in rapida evoluzione, caratterizzato da sfide globali sempre più complesse, il ruolo della scuola assume un’importanza cruciale. Il percorso scolastico non può più limitarsi a trasmettere nozioni, ma deve diventare un laboratorio di formazione umana integrale, capace di preparare i giovani ad affrontare le sfide del presente e del futuro con consapevolezza, creatività e spirito critico.
Ma prima di esplorare nuovi modelli educativi, è importante analizzare la situazione attuale del sistema scolastico italiano, caratterizzata da luci e ombre.
Nonostante i progressi degli ultimi anni, l’abbandono scolastico rimane una piaga del nostro sistema educativo. Secondo i dati più recenti, nel 2023 il tasso di abbandono scolastico in Italia si è attestato al 10,5%. Un dato in calo rispetto all’11,5% del 2022 e al 12,7% del 2021, ma ancora lontano dall’obiettivo europeo del 9% fissato per il 2030.
Il fenomeno colpisce in modo disomogeneo il territorio nazionale, con picchi più elevati nel Mezzogiorno (15,1%) e una maggiore incidenza tra i ragazzi (13,6%) rispetto alle ragazze (9,1%). Particolarmente preoccupante è la situazione degli studenti con background migratorio, che mostrano tassi di ritardo e abbandono scolastico nettamente superiori rispetto ai coetanei italiani.
Accanto all’abbandono scolastico, emerge con forza il tema del benessere psicologico degli studenti. I dati Istat mostrano un quadro preoccupante, soprattutto per le fasce d’età più giovani:
– Nel 2022, il 58,2% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni si dichiarava “insoddisfatto della propria vita”.
– Nello stesso anno è aumentato il consumo di alcol tra i 14-17enni, arrivando al 23,6%.
– Le giovani donne mostrano punteggi in calo nell’area del benessere psicologico.
Questi dati evidenziano la necessità di un approccio educativo che non si limiti alla trasmissione di conoscenze, ma che sappia prendersi cura della persona nella sua interezza, promuovendo l’autostima e la capacità di gestione delle emozioni.
Ripensare l’educazione: nuovi modelli per una formazione integrale
Di fronte a queste sfide, emerge la necessità di ripensare profondamente il modello educativo. Non si tratta solo di aggiornare i programmi o introdurre nuove tecnologie, titoli pop e all’avanguardia, ma di ridefinire il senso stesso dell’educazione, recuperando l’ideale classico della paideia in chiave contemporanea.
Il concetto di paideia, nato nell’antica Grecia, indica un modello educativo volto alla formazione integrale della persona. Non si limita all’istruzione in senso stretto, ma mira allo sviluppo armonico di tutte le facoltà dell’individuo: intellettuali, morali, fisiche e spirituali.
Recuperare questo ideale oggi significa porre al centro dell’educazione la formazione di cittadini consapevoli, eticamente orientati e capaci di pensiero critico. La paideia per la rigenerazione ecologica integrale può diventare uno strumento cardine per riportare la scuola italiana alla base delle nostre radici, quelle che sono colonne portanti della nostra stessa cultura, ma anche al cuore di valori umani essenziali.
Diverse esperienze in Italia stanno cercando di tradurre in pratica questi principi, sperimentando modelli educativi innovativi.
Il modello Reggio Children, fondato sulla filosofia educativa di Loris Malaguzzi, rappresenta un approccio innovativo all’educazione della prima infanzia. Basato sull’immagine di un bambino competente e ricco di potenzialità, questo metodo valorizza i “cento linguaggi” espressivi dei bambini. L’ambiente, considerato il “terzo insegnante”, è progettato per stimolare l’esplorazione e la creatività. Gli educatori agiscono come co-ricercatori, documentando il processo di apprendimento e favorendo progetti a lungo termine basati sugli interessi dei bambini. Questo approccio promuove l’apprendimento collaborativo, il pensiero critico e la cittadinanza attiva, preparando i bambini a diventare protagonisti del proprio percorso educativo e della società futura. Da oltre 30 anni, il modello Reggio Children ispira educatori e istituzioni in tutto il mondo, diffondendosi in numerosi paesi e continenti.
Strade Maestre è un innovativo progetto educativo ideato da Marcello Paolocci e Marco Saverio Loperfido, che trasforma l’esperienza scolastica attraverso il cammino. Rivolto agli studenti degli ultimi tre anni delle superiori, offre un anno scolastico itinerante di circa 240 giorni.
Il progetto è promosso dalla cooperativa sociale CamminaMenti in collaborazione con l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (AIGAE). Si basa su principi di apprendimento esperienziale, interdisciplinarità e sviluppo personale. Il programma alterna periodi di cammino a momenti di studio tradizionale, esplorando diverse regioni italiane. Il costo è di circa 8.000 euro a studente, coprendo vitto, alloggio e attività educative per l’intero anno.
L’obiettivo a lungo termine è sviluppare un modello educativo trasferibile e open source, fungendo da laboratorio di innovazione pedagogica. Strade Maestre costituisce un esempio di come si può ripensare l’educazione, mettendo al centro l’esperienza diretta, il contatto con la natura e lo sviluppo integrale della persona (www.strademaestre.org).
I Licei di Scienze applicate per la transizione ecologica e digitale (TRED) sono una sperimentazione avviata in 27 istituti italiani. Il percorso quadriennale si focalizza sulla transizione ecologica e digitale, coinvolgendo attivamente le imprese.
Il curriculum TRED include macroaree come Scienza, Arte e tecnologia, Humanities, Lingue e Workshop settimanali. Si potenzia l’insegnamento STEM e si introducono moduli specifici sulla transizione digitale ed ecologica, con enfasi sulle attività laboratoriali.
Gli studenti partecipano a 12 learning week, un summer camp, un summer job e un’esperienza lavorativa all’estero, applicando le conoscenze in contesti reali. Oltre 20 aziende, tra cui Snam, A2A e Accenture, sostengono l’iniziativa.
Il Liceo TRED mira a formare studenti capaci di affrontare le sfide ecologiche e digitali con una solida base scientifica e sensibilità ambientale.
Infine, il Future Food Institute dal 2019 organizza boot camp immersivi per formare Climate Shapers, giovani leader impegnati nella transizione ecologica integrale. Un’esperienza che unisce formazione challenge based, forsight ed esperienze pratiche in un costante confronto internazionale, preparando i partecipanti ad affrontare le sfide globali legate al clima, alla salute, all’agricoltura e all’alimentazione.
Un esempio concreto di applicazione di questi principi è il Paideia Campus, creato dal Future Food Institute a Pollica, nel cuore del Cilento. Qui, studenti provenienti dall’Italia e dal mondo sperimentano un modello educativo basato su tre pilastri:
- Sentire: sviluppare la consapevolezza e la sensibilità verso l’ambiente e la comunità.
- Sapere: acquisire conoscenze e competenze attraverso esperienze concrete.
- Sostenere: diventare agenti di cambiamento, mettendo in pratica quanto appreso.
Il Campus si configura come un vero e proprio “territorio educante”, dove i ragazzi possono vivere in prima persona i principi della sostenibilità e dell’ecologia integrale, immersi nella cultura millenaria della Dieta Mediterranea.
Le esperienze citate mostrano la strada verso un nuovo paradigma educativo, capace di rispondere alle sfide del nostro tempo. Appare evidente l’importanza della formazione umana integrale per ripensare l’educazione del XXI secolo, perché in grado di sviluppare tutte le dimensioni della persona: intellettuale, emotiva, sociale, fisica e spirituale. La scuola diventa un “generatore di passioni”, dove gli studenti coltivano interessi e talenti.
Un approccio che comprende lo sviluppo emotivo e sociale, il pensiero critico e la creatività, l’etica ed i valori, il benessere fisico, dando spazio alla cura delle competenze trasversali.
Centrale in questo modello è il ruolo della motivazione intrinseca. Gli educatori devono saper accendere la scintilla della curiosità, alimentando la passione per l’apprendimento. Questa passione diventa il motore che spinge gli studenti a superare gli ostacoli, sviluppando quella “ostinazione positiva” necessaria per perseguire obiettivi ambiziosi.
L’educazione non si limita a trasmettere nozioni, ma mira a ispirare, a far scoprire vocazioni, a coltivare l’entusiasmo per la conoscenza. La resilienza e la determinazione diventano così competenze chiave, insegnando agli studenti a perseverare di fronte alle difficoltà e a vedere gli insuccessi come opportunità di crescita.
Questo approccio richiede metodologie didattiche innovative, con insegnanti come facilitatori e mentori. L’obiettivo è formare individui appassionati, resilienti e determinati, pronti ad affrontare le sfide future e a contribuire attivamente a una società in continua evoluzione.
L’esperienza diretta, il contatto con la natura e il territorio diventano strumenti fondamentali di apprendimento. Le aule di apprendimento possono superare le pareti di una scuola, per estendersi verso parchi archeologici, cucine, botteghe, vigneti, aree marine.
È necessario educare a una visione sistemica della realtà, che sappia cogliere le interconnessioni tra ambiente, società, economia e cultura. L’ecologia integrale diventa un framework di riferimento per comprendere e affrontare le sfide globali.
Come già detto, accanto alle conoscenze tradizionali, la scuola deve sviluppare competenze cruciali per il futuro: pensiero critico, creatività, capacità di collaborazione, resilienza emotiva.
L’educazione non può prescindere da una forte componente etica, che formi cittadini responsabili e consapevoli del proprio ruolo nella società.
Ripensare l’educazione è una sfida che coinvolge l’intera società. Come ricorda Lorenzo Micheli nel suo intervento al TEDx Pollica, è fondamentale «educare al senso di luogo, al pensare contemporaneo ed a immaginare futuri possibili».
La scuola del futuro dovrà essere un laboratorio di cittadinanza attiva, un luogo dove i giovani possano sviluppare le competenze e la consapevolezza necessarie per diventare protagonisti del cambiamento. Solo così potremo formare una generazione capace di affrontare le sfide globali con creatività, coraggio e visione.
In questo percorso, il ruolo degli educatori diventa cruciale. È su questi modelli di mutualismo che la formazione, la Paideia dovrebbe ripartire: modelli finalizzati a riportare l’armonia e abilitare l’uomo a saper tornare a vivere bene, ancora prima di trovare il “lavoro giusto”.
La sfida è ambiziosa, ma necessaria. Solo ripensando profondamente il senso e le modalità dell’educazione potremo costruire una società più giusta, sostenibile e resiliente. Una società in cui ogni giovane possa trovare il proprio posto e contribuire attivamente alla costruzione di un futuro migliore per tutti.