Il 19 novembre, il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il via libera definitivo a un regolamento che introduce il primo quadro di certificazione a livello UE per le attività di assorbimento permanente di carbonio, la carboniocoltura e lo stoccaggio del carbonio nei prodotti. Si tratta di una delle iniziative ritenute cruciali per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, incentivando pratiche che non solo riducono le emissioni, ma rimuovono attivamente il carbonio dall’atmosfera.
Gli assorbimenti di carbonio si riferiscono a tutte quelle attività che catturano la CO₂ presente nell’atmosfera, immagazzinandola in modo sicuro e duraturo. Il regolamento distingue tre principali categorie. Gli assorbimenti permanenti di carbonio riguardano tecnologie che catturano e immagazzinano il carbonio per periodi di tempo molto lunghi, spesso secoli. Un esempio è la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (BECCS), dove centrali a biomassa catturano la CO₂ prodotta durante la combustione e la immagazzinano in depositi sotterranei. Un’altra tecnica è la cattura diretta dall’atmosfera (DAC), in cui macchinari specializzati aspirano l’aria, separano il carbonio e lo immagazzinano in sicurezza.
Lo stoccaggio del carbonio nei prodotti è invece una pratica che cattura il carbonio e lo integra in materiali di lunga durata, capaci di trattenerlo per almeno 35 anni. Un esempio è l’uso del legno come materiale da costruzione, che permette di immagazzinare il carbonio assorbito dagli alberi. Anche il biochar, una forma di carbone vegetale usata nei terreni, agisce come un deposito stabile di carbonio.
Infine, la carboniocoltura comprende pratiche agricole e forestali che migliorano la capacità del suolo e della vegetazione di assorbire carbonio. Tra queste troviamo il rimboschimento di aree degradate, il ripristino di torbiere e zone umide, e tecniche di agricoltura rigenerativa, come l’utilizzo di colture di copertura o la riduzione delle lavorazioni del suolo, che aumentano la fertilità e il sequestro di carbonio nei terreni.
Per essere certificate, le attività di assorbimento del carbonio dovranno soddisfare quattro criteri generali. Devono dimostrare un beneficio netto in termini di assorbimento o riduzione delle emissioni, essere addizionali (cioè andare oltre gli obblighi normativi esistenti), garantire uno stoccaggio a lungo termine e non arrecare danni significativi all’ambiente. Inoltre, le attività ammissibili alla certificazione dovranno essere verificate in modo indipendente da organismi di certificazione terzi.
Per dimostrare la conformità al regolamento, gli operatori disporranno di sistemi di certificazione. Questi saranno soggetti a norme solide e trasparenti in materia di monitoraggio, verifica e comunicazione, allo scopo di promuovere la fiducia nel sistema e garantire l’integrità ambientale. Saranno inoltre istituiti meccanismi di responsabilità per gli operatori al fine di far fronte a qualsiasi rilascio nell’atmosfera del carbonio catturato.
Quattro anni dopo l’entrata in vigore del regolamento, la Commissione istituirà un registro elettronico a livello di UE per garantire la trasparenza e la piena tracciabilità delle cosiddette unità certificate, che saranno rilasciate per rispecchiare il beneficio netto in termini di carbonio generato dalle attività certificate di assorbimento del carbonio e di riduzione delle emissioni dal suolo.