A Little Dome C, un remoto sito antartico che si trova a 35 chilometri dalla Stazione italo-francese Concordia, si sta scrivendo una pagina importante della ricerca climatica. Qui, un team composto da 16 scienziati e tecnici di 12 istituzioni europee ha avviato la quarta campagna di perforazione del progetto Beyond EPICA – Oldest Ice, guidato dall’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isp). L’obiettivo: estrarre carote di ghiaccio che potrebbero custodire informazioni sul clima terrestre di 1,5 milioni di anni fa.
«Questa missione è fondamentale per comprendere l’evoluzione del clima terrestre e dei gas serra», spiega Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia e coordinatore del progetto. «Puntiamo a raggiungere i 2.750 metri di profondità, dove ci aspettiamo di trovare il substrato roccioso e dati senza precedenti sulla storia climatica».
Attualmente, il team ha superato i 1.900 metri di profondità, lavorando in condizioni proibitive: temperature estive di -35°C e un’altitudine di 3.200 metri sul livello del mare. Il piano prevede di completare questa perforazione entro la stagione in corso, un risultato cruciale per il successo dell’intero progetto.
«Il nostro obiettivo non si limita alla perforazione – sottolinea Barbante – ma include il trasporto delle carote di ghiaccio in Europa, garantendo una catena del freddo costante a -50°C. Questo risultato segnerebbe un momento storico per le scienze climatiche».
La perforazione fornirà dati inediti sulla Transizione Medio-Pleistocenica, un periodo tra 900.000 e 1,2 milioni di anni fa, quando i cicli glaciali cambiarono da una durata di 41.000 anni a 100.000 anni. Le ragioni di questa trasformazione, che influenzano il clima ancora oggi, rimangono uno dei grandi misteri della paleoclimatologia.
Il progetto Beyond EPICA, co-finanziato dalla Commissione Europea con il contributo di agenzie scientifiche di dieci Paesi, rappresenta una straordinaria collaborazione internazionale. Il coordinamento logistico è affidato a ENEA e all’Istituto Polare Francese (IPEV), mentre il PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide) garantisce supporto operativo e infrastrutturale.
«La logistica per il trasferimento delle carote è una sfida enorme – spiega Gianluca Bianchi Fasani di ENEA –. Abbiamo sviluppato celle climatiche specializzate e un complesso piano di trasporti aerei e navali per mantenere le temperature richieste».
Se la perforazione avrà successo, la prossima campagna sarà dedicata all’analisi della parte più profonda del ghiaccio e alla preparazione per la chiusura del campo. Parallelamente, le carote verranno analizzate nei laboratori europei, dove isotopi e concentrazioni di gas serra potranno essere comparati con i dati precedenti del progetto EPICA.
«L’esito di questa campagna è fondamentale per rispettare il piano di lavoro concordato con la Commissione Europea» dichiara Chiara Venier, project manager del Cnr-Isp. «Se riusciremo, avremo nuove chiavi di lettura per affrontare le sfide del cambiamento climatico».
Tra i ricercatori che partecipano all’impresa figurano esperti di alcune delle principali istituzioni scientifiche europee, tra cui l’Istituto Alfred Wegener, l’IPEV e università come quella di Berna e Copenhagen. Questa sinergia internazionale dimostra come la scienza, in un’epoca di crisi climatica, possa unire risorse e competenze per il bene del pianeta.
«Le informazioni che stiamo cercando sono essenziali per il futuro del clima – conclude Barbara Stenni, professoressa all’Università Ca’ Foscari –. Il ghiaccio racconta una storia che non possiamo ignorare».