Grazie alla campagna “Think Milk, Taste Europe, Be Smart!”, promossa da Confcooperative e cofinanziata dalla Commissione Europea, i riflettori restano puntati sulla filiera lattiero-casearia. Nato nel 2021, il programma proseguirà nel triennio 2024-2027, con l’obiettivo di continuare a promuovere la qualità dei prodotti lattiero-caseari europei e la cultura che li circonda, sfatando miti e disinformazione e raccontando, per esempio, come la tecnologia sta contribuendo a rendere più sostenibile l’intero comparto. Com’è noto il settore della zootecnia (in particolare gli allevamenti intensivi) resta un osservato speciale per il suo impatto ambientale e le emissioni di gas serra, e per questo spesso oggetto di demonizzazioni indiscriminate.
«La filiera lattiero-casearia oggi guarda oltre la semplice produzione – spiega Giovanni Guarneri di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari -. La sostenibilità non riguarda solo le attività zootecniche, ma anche la cura del territorio, l’innovazione dei sistemi produttivi e la valorizzazione delle tradizioni locali. Riduzione degli sprechi, benessere animale, e alimenti ricchi di nutrienti sono al centro del nostro impegno. Ecco perché, attraverso questo progetto, vogliamo sfatare le fake news su latte e derivati, e raccontare casi virtuosi di fare impresa nell’epoca 4.0».
Tra i protagonisti più virtuosi del progetto emerge la Cooperativa Pieve Ecoenergia, valido esempio di innovazione al servizio della sostenibilità. Situata in provincia di Cremona, la cooperativa utilizza biogas, teleriscaldamento e impianti fotovoltaici per massimizzare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale.
«Abbiamo collaborato con il Politecnico di Milano per monitorare l’impronta di carbonio per litro di latte prodotto», racconta Danio Federici, presidente della cooperativa. «Oggi il nostro impatto varia tra 0,5 e 0,7 kg di CO2 per litro di latte, ben al di sotto della media scientifica di 1,37 kg. Il nostro obiettivo è raggiungere la neutralità carbonica».
L’innovazione riguarda anche il benessere animale: robot di mungitura, sistemi di ventilazione e cucina alimentare automatizzata migliorano la qualità della vita degli animali e riducono le emissioni. «Animali più sani e produttivi emettono meno gas serra per unità di prodotto, e questa sinergia favorisce anche gli operatori, migliorando l’equilibrio tra uomo e ambiente», sottolinea Federici.
Una menzione speciale va anche alla cooperativa PLAC Fattorie Cremona che ha scelto di redigere il proprio bilancio di sostenibilità ancor prima dell’obbligo normativo. «È uno strumento che ci permette di monitorare e migliorare continuamente il nostro operato», afferma Nicola Cesare Baldrighi, presidente della cooperativa.
Tra i risultati più significativi, il benessere animale garantito dai soci ha raggiunto un punteggio medio di 85,82 nel 2023, rispetto a 72,56 nel 2019. «Sul fronte ambientale – racconta Baldrighi -, abbiamo ridotto del 70% il consumo di acqua grazie a un innovativo impianto per la concentrazione del siero, e gli impianti fotovoltaici e a biogas generano più del doppio dell’energia necessaria alle nostre attività produttive».
Le eccellenze DOP come Provolone e Grana Padano testimoniano inoltre lo stretto legame con il territorio: «Produciamo in modo sostenibile, limitando l’incidenza dei trasporti e supportando la comunità locale. La qualità di questi prodotti rappresenta non solo il nostro impegno verso l’ambiente, ma anche un patrimonio culturale da preservare», sottolinea Baldrighi.