I vaccini continuano a rappresentare un argomento controverso e divisivo per gli italiani. Se da un lato 7 persone su 10 li ritengono efficaci nella prevenzione delle malattie, dall’altro il 42% mostra scarsa fiducia nella loro sicurezza. È il dato che emerge dall’ultimo monitoraggio dell’EngageMinds Hub dell’Università Cattolica, che fotografa comportamenti e percezioni della popolazione su vaccini, nuove infezioni virali e campagne di immunizzazione.
La fiducia nell’efficacia dei vaccini è in lieve crescita rispetto ai dati di gennaio 2024 (dal 68% al 70% a novembre 2024). Tuttavia, rimane evidente una divisione tra chi li considera essenziali e chi li percepisce come superflui. «L’opinione pubblica è divisa sul tema vaccinazione. Da un lato c’è chi la considera un gesto di responsabilità verso sé stessi e la comunità; dall’altro si manifesta una certa diffidenza, spesso alimentata da informazioni contrastanti e forse non chiare», spiega Guendalina Graffigna, direttrice di EngageMinds Hub.
Chi sono i più scettici
Tra coloro che esprimono scarsa fiducia nella sicurezza dei vaccini, troviamo principalmente persone con basso titolo di studio (54%), senza un orientamento politico definito (58%) o politicamente schierate a destra (48%). La loro diffidenza si estende anche alla scienza (78%), al Servizio Sanitario Nazionale (59%) e alle istituzioni (52%).
In particolare, il 29% degli italiani ritiene la vaccinazione superflua, basandosi sull’idea che il proprio sistema immunitario sia abbastanza forte o che le malattie prevenibili non siano gravi. «Coloro che hanno bassi livelli di coinvolgimento nella gestione della propria salute mostrano meno fiducia nell’utilità dei vaccini», aggiunge Graffigna.
Cambiamenti nelle percezioni e comportamenti
Nonostante le esitazioni, emergono segnali positivi. Sempre più italiani considerano la vaccinazione un’azione collettiva (dal 72% di gennaio al 80% di novembre 2024) e riconoscono l’importanza di essere ben informati prima di vaccinarsi (dal 74% al 79%). È aumentata anche la percentuale di chi valuta rischi e benefici (dal 57% al 73%) e di chi ritiene utili i vaccini (dal 67% al 76%).
Ciononostante, solo il 10% degli italiani ha intenzione di vaccinarsi contro il Covid-19 quest’anno, mentre il 69% non considera necessaria una dose di richiamo. Tra i più cauti, il 22% si metterebbe in quarantena in caso di febbre, un dato più che raddoppiato rispetto a gennaio 2024.
Nuove infezioni: vaiolo delle scimmie e Dengue
Il report ha esplorato anche la percezione degli italiani a proposito di malattie emergenti come il vaiolo delle scimmie e la Dengue. Per il vaiolo delle scimmie, quasi 9 italiani su 10 (87%) ne hanno sentito parlare, ma solo il 19% si dichiara preoccupato per una possibile diffusione. Il 47% sarebbe disposto a vaccinarsi, con maggiore propensione tra i giovani (18-34 anni), laureati e orientati politicamente a sinistra o al centro.
Quanto alla Dengue, il 66% conosce la malattia, e il 53% la ritiene potenzialmente pericolosa. Tuttavia, solo il 32% è preoccupato per una sua diffusione futura, spesso associata ai cambiamenti climatici. Anche in questo caso, i più propensi alla vaccinazione sono giovani, laureati e orientati politicamente al centro-sinistra.
La sfida della comunicazione
«Nonostante esitazione e resistenze, i vaccini rimangono uno strumento essenziale per contenere i virus e prevenire picchi di contagi che potrebbero mettere sotto pressione il sistema sanitario», conclude Graffigna. «Comunicare in modo chiaro e trasparente i benefici della vaccinazione è fondamentale per ristabilire fiducia e garantire un’ampia adesione alle campagne vaccinali».
Il futuro delle vaccinazioni in Italia passa attraverso una gestione consapevole della comunicazione pubblica e la capacità di rispondere alle paure di chi è ancora scettico. Solo così sarà possibile affrontare le sfide di salute globale con una popolazione più preparata e consapevole.