Ritorna nelle nostre librerie il 29 novembre e in una nuova versione aggiornata, Un pianeta senz’acqua di Fred Pearce, saggista britannico specializzato in cambiamento climatico e risorse idriche globali, nonché firma di The Guardian, The Daily Telegraph e The Independent.
Risorsa vitale, più preziosa del petrolio, l’acqua è sempre più al centro delle tensioni geopolitiche e della lotta per la sopravvivenza del pianeta. Fred Pearce affronta il tema attraverso uno studio che unisce il rigore di un saggio scientifico alla vividezza di un reportage narrativo.
Ne scaturisce un viaggio tanto affascinante quanto inquietante attraverso le crisi idriche che stanno plasmando il presente e il futuro della Terra. Dai deserti africani ai fiumi asiatici, l’autore svela come la scarsità d’acqua non sia solo un problema ambientale, ma anche una questione politica, economica e sociale.
Pearce esplora realtà in cui l’acqua, o la sua assenza, è diventata la chiave di scontri e trasformazioni. «Il campo di battaglia del futuro non sarà il petrolio, ma l’acqua», afferma l’autore, aggiungendo che dietro ogni rubinetto aperto si nasconde una rete globale di squilibri e connessioni invisibili.
Tra le tappe del suo viaggio, Pearce conduce i lettori lungo il fiume Mekong, dove le dighe costruite dalla Cina minacciano il sostentamento di milioni di abitanti in Cambogia e Vietnam. Racconta del fiume Giordano, il cui corso è stato deviato da Israele, lasciando una valle intera a secco. Spiega come il lago Ciad, ridotto al 10% della sua superficie originaria, abbia scatenato conflitti, carestie ed emigrazioni forzate che coinvolgono milioni di persone. E poi il Rio Grande, ormai spesso poco più che un rigagnolo, da cui dipendono le coltivazioni di intere regioni nordamericane.
Ma non si limita a descrivere gli effetti devastanti della crisi idrica: Pearce cerca anche di analizzarne le cause profonde. In Un pianeta senz’acqua, il giornalista mette in luce lo scarto crescente tra i Paesi ricchi, che controllano le risorse idriche attraverso infrastrutture avanzate, e quelli poveri, che ne subiscono le conseguenze. «L’acqua non è solo un bene naturale: è un indicatore di potere, disuguaglianza e futuro», osserva Pearce.
Il libro offre anche una visione chiara delle connessioni tra la crisi idrica e i cambiamenti climatici. «Se abbiamo impiegato secoli per capire da dove nascono i nostri fiumi e laghi, potrebbero bastare pochi decenni per assistere alla loro scomparsa», avverte l’autore.
Un pianeta senz’acqua non è solo un’analisi del presente, ma anche un campanello d’allarme per ciò che ci attende. Pearce invita i lettori a riflettere su come le decisioni prese oggi influenzeranno il mondo di domani. Le conseguenze della desertificazione e della cattiva gestione delle risorse idriche sono sotto i nostri occhi: movimenti migratori verso il Nord del pianeta, conflitti per l’accesso all’acqua, impoverimento di interi ecosistemi.
Comprendere la crisi idrica – avverte Pearce – non è un’opzione, ma una necessità. Perché l’acqua non è infinita, e il tempo per salvarla sta rapidamente scadendo.