Negli ultimi dieci anni, il settore agricolo ha subito danni a causa di 146 eventi meteo estremi, il 7,4% del totale registrato in Italia nello stesso periodo. Ancora più allarmante è l’accelerazione degli ultimi due anni, con 79 eventi dannosi, oltre la metà del decennio, che colpiscono duramente regioni dalla forte vocazione agricola come Piemonte, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia, Veneto e Sardegna. Sono i dati condivisi del nuovo report Città Clima – Speciale Agricoltura di Legambiente condivisi durante il VI Forum Agroecologia Circolare, insieme ad esperti, associazioni agricole e rappresentanti istituzionali.
I danni non si limitano ai numeri: frutteti sradicati, raccolti distrutti e produzioni compromesse da grandinate (64 eventi), siccità (31), trombe d’aria (24), allagamenti (15) ed esondazioni fluviali (10) segnano profondamente il tessuto economico e sociale del settore agricolo. Come evidenziato dal report, senza interventi concreti il futuro rischia di essere ancora più grave: entro il 2050 si stimano perdite di 12,5 miliardi di euro all’anno solo per l’agroalimentare italiano. Inoltre, i prezzi alimentari globali potrebbero aumentare del 3% all’anno entro il 2035, aggravando la spesa delle famiglie. Per invertire la rotta, Legambiente ha presentato al Governo Meloni un decalogo di proposte che mettono al centro l’agroecologia, l’innovazione e le buone pratiche.
I primi pilastri, al centro delle proposte di Legambiente, sono: dare piena attuazione al PNACC con adeguate risorse economiche, stanziando i primi finanziamenti entro l’anno, ed emanando al più presto il decreto per l’insediamento dell’Osservatorio Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici; garantire il pieno sviluppo del biologico, fornendo risorse specifiche per l’attuazione della legge approvata due anni fa per raggiungere gli obiettivi delle strategie “From Farm to Fork” e “Biodiversity 2030”; approvare una legge per fermare il consumo di suolo, che il Paese aspetta da 12 anni, e il disegno di legge contro le agromafie incomprensibilmente ancora fermo in Parlamento; nel piano italiano della PAC, prevedere un massiccio spostamento di risorse a favore delle aree interne, collinari e montane per contrastare e prevenire il fenomeno dell’abbandono in un’ottica di adattamento e resilienza ai danni causati dalla crisi climatica e allo scopo di rivitalizzare il comparto delle piccole e medie aziende; approvare al più presto il regolamento europeo sull’uso di fitofarmaci (SUR) e il PAN (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) che non è aggiornato dal 2014; prevedere un piano straordinario sul biologico che garantisca accesso al mercato e politiche di sostegno attraverso la promozione di cibo bio nelle mense scolastiche e universitarie, negli ospedali e per mezzo di bonus specifici destinati alle categorie vulnerabili e fornendo crediti d’imposta alle aziende che si convertono al biologico.
Legambiente propone di incentivare pratiche agricole sostenibili, come l’uso di sistemi di micro-irrigazione con acque reflue depurate, colture meno idroesigenti e tecniche quali inerbimento e rotazioni. Chiede di ridurre il carico zootecnico, promuovere allevamenti sostenibili e supportare l’occupazione giovanile nel settore agricolo, colpito da un forte calo. Inoltre, punta su innovazione e tecnologie per ridurre gli impatti ambientali, sostenendo il biometano e l’agrivoltaico, che combinano produzione agricola ed energetica in modo sostenibile.
“L’agricoltura italiana – commenta Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – è una delle vittime più vulnerabili della crisi climatica. È tempo di agire con azioni e interventi concreti, cambiando passo, come ricorda anche il rapporto Germawacth diffuso oggi che vede l’Italia al 43esimo posto, nella parte bassa della classifica mondiale sulle politiche climatiche. Le buone pratiche aziendali già diffuse sul territorio, ma anche quelle che premiamo oggi con il premio Ambasciatori del Territorio 2024, testimoniano quanto e come sia praticabile l’agroecologia garantendo un’agricoltura di qualità, attenta alla salute dei territori, dei cittadini e alla qualità del cibo. Al Governo oggi indirizziamo 10 proposte per ricordare che la transizione ecologica non può non riguardare anche l’agricoltura, mentre al mondo agricolo chiediamo di cambiare narrazione e seguire il percorso tracciato dal Green Deal europeo, che costituisce il miglior alleato per tutelare il settore dai disastri climatici”.