Lo scorso 6 agosto, l’attenzione mondiale era rivolta ai Giochi Olimpici e io riflettevo sul cambiamento climatico usando la metafora dei giochi mondiali di Parigi, aspettando la COP29 (Climate Olympics: Perché abbiamo una finestra di opportunità di 2 anni?). Eccoci qui, tre mesi dopo, in un mondo completamente diverso. In questi giorni, la bolla di attivisti, giornalisti, editori, innovatori, istituzioni, talenti e persone provenienti letteralmente da ogni parte del mondo è a Baku, in Azerbaigian, per la Conferenza delle Parti, interrogandosi su quale sia il loro attuale e reale contributo nelle negoziazioni per quella che viene chiamata la “COP della finanza”, concentrandosi sugli aspetti finanziari dell’adattamento al cambiamento climatico.
Da Parigi a Baku
Da un’umanità che faceva il tifo ad una consapevolezza sempre maggiore delle vulnerabilità di ognuno di noi e di noi come collettività. Possono le vulnerabilità diventare una superpotenza in questa occasione globale?
Saranno cruciali? Perché? In quali settori?
Riflettiamo insieme, passando dall’Accordo di Parigi, adottato a dicembre 2015 alla COP21, che ha dato all’umanità il quadro dell’Agenda 2030, alla COP 29, della finanza, che ci darà risultati che ancora non possiamo conoscere.
Perché la vulnerabilità?
Viviamo nell’era post-pandemica, con una scienza trasformativa, una società ufficialmente cambiata ed una necessità completamente diversa di cambiare.
I dati sulla salute sono chiari e la parola chiave dal Mondo del Nord al Mondo del Sud è una sola: vulnerabilità. È anche un business che incrocia il mondo della trasformazione digitale, l’intelligenza artificiale, con quello della “silver economy” e delle povertà educative, anche digitali e tecnologiche, ammesso che queste aiutino un certo tipo di approccio alla medicina e alla salute mentale, emersa in modo clamoroso in alcune parti del mondo proprio transitando nello shock collettivo della pandemia.
Potrei scegliere una lunga lista di eventi climatici che concorrono a supportare questo dato di fatto, in Assam (India) così come in Europa (Valencia è tristemente diventata un simbolo in questa parte del Pianeta), ma preferisco restare propositiva e ricordare insieme quando tutti noi facevamo il tifo per coloro che si adattavano alla loro fragilità, con la capacità di diventare campioni, indipendentemente dai premi, senza alcun confine, e questo è l’esempio che ci serve ora come esseri umani. Non abbiamo scelta, nell’attuale scenario. Per questo penso alle Paraolimpiadi adesso.
A Parigi, 193 stati membri dell’ONU e l’Unione Europea hanno fatto parte dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, e 196 paesi (inclusa l’UE). Come spesso accade, la maggior parte delle persone è d’accordo sugli aspetti teorici, come segno di rispetto e responsabilità verso le generazioni future. Esattamente come piantare alberi, come ci insegna Jadav Payeng ogni giorno.
S.M.I.L.Y. ACADEMY: quale piccolo contributo alla vulnerabilità?
Per questo motivo, seguendo l’ispirazione dell’uomo delle foreste e dei contadini delle terre che mi hanno cresciuta e formata, ho lanciato la S.M.I.L.Y. ACADEMY quasi un anno fa, da Dubai, in occasione della cerimonia di accoglienza di Al Gore per la COP28, insieme a Rituraj Phukan, che l’8 novembre 2023 mi ha dato l’inestimabile opportunità di diventare il Capo della Cooperazione Strategica Globale del Forum per la Giustizia Climatica dei Popoli Indigeni
In particolare, il motivo per cui abbiamo lanciato l’Academy è creare l’essenziale, cioè l’invisibile. In appena un anno siamo riusciti per e con i “vulnerabili” e la sensazione è che saremo sempre più costretti ad andare in quella direzione. Non si tratta più di competere, ma di cooperare.
Sì, ma come? Non lo so, ma vi scrivo come stiamo provando noi..
La SMILY Academy è un nuovo concetto, con nuovi strumenti e metodologie per la sostenibilità attorno alla quarta dimensione della sostenibilità, che non è definita dal rapporto Brundtland (noto anche come “Il nostro futuro comune”), pubblicato nel 1987 dalla Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo, cioè il primo rapporto che ha definito la “sostenibilità” come la conosciamo e applichiamo oggi.
In un anno abbiamo seguito la strategia della FAO 2022-2023 dividendo in 4 categorie la mappatura di 27 progetti multisettoriali di eco-business e cooperazione internazionale – con al centro la salute – adottati per ora dal basso da 45 “famiglie adottive” tra cui – Women7 gruppo engagement ufficiale del G7 di cui sono Advisor sulla giustizia climatica e tra cui World Food Farmers Coalition, il Climate Reality Project del continente più popolato al mondo e altre organizzazioni pubbliche e private di buoni talenti e volontà, tra cui circa 130 volontari in tutto il mondo.
Un lavoro imponente ma, credo, necessario adesso, che ha sfornato programmi di EducAction non solo insegnati nei Master internazionali (European Institute of Innovation for Sustainability e Rome Business School), ma testati sul mercato, quello stesso al centro della COP29 di Baku, attraverso la compliance a ESG ed SDGs ed attraverso i rating ambientali a cui le imprese – a ogni latitudine e sempre più spesso a prescindere dalla dimensione – si stanno adeguando.
Dal 17 al 20 dicembre 2024, l’Academy parteciperà al NNedPRO Global Summit di Cambridge, “Decolonizing and Democratizing food, nutrition and health”.
La nostra Masterclass è appunto sulla vulnerabilità
Il focus in particolare è sulla salute mentale e una particolare attenzione alla leadership femminile, con un verticale sul “FATTORE INDIGENO” e quindi sul ruolo delle popolazioni indigene che rappresentiamo, fino a 400 milioni di persone.
Stiamo validando con importanti esperti, scienziati, ricercatori, imprenditori e persone che lavorano in aree vulnerabili o in conflitto, non solo la metodologia, ma gli strumenti concreti per supportare coloro che guardano al “Blue Marble” senza confini, rischiando le loro vite per testimoniare ed essere esempio, che parla più di qualsiasi parola. Tra questi esperti, un brillante esempio per me è Guillaume Pégon, che ha recentemente pubblicato come coautore il libro Souci écologique et santé mentale dans un monde troublé.
“In un mondo in fiamme, la paura del collasso di sé stessi e del mondo mina le nostre soggettività, che sono state plasmate per una vita di crescita infinita su una Terra illimitata. Stress, eco-ansia, rabbia, paura, rassegnazione, tristezza… Come possiamo liberarci di queste passioni che impattano la nostra salute mentale? Molti sembrano aprire brecce soggettive originali in quello che potrebbe rendere la nostra vita e il mondo vivibili: teorici del collasso, ecopsicologi, ecofemministi, anti-specismo, clinici che lavorano con i precari, e altro. Cosa hanno in comune? Lavorano ai margini, nelle zone da difendere, nelle interstizie, e tentano di relazionarsi in modo diverso con gli esseri che abitano la Terra: esseri umani, animali, alberi, spiriti. Gli autori affrontano la salute mentale come un campo di conflitti di valori e lotte politiche. In che modo può favorire modalità alternative e fertili di soggettivazione, dando un valore politico alla nostra vita interiore? Questo libro costituisce un’esplorazione degli immaginari e delle narrazioni di questi clinici, pensatori e attivisti, preoccupati sia per l’ecologia che per i mondi interiori.”
Guillaume è uno dei membri distinti della nostra delegazione che parteciperà al Global Summit e alla Masterclass della S.M.I.L.Y. Academy, perché un cambiamento radicale è necessario per l’adattamento all’emergenza climatica e a molte altre emergenze che stiamo osservando o vivendo sulla Terra, con gli esseri umani ancora una volta al centro delle emergenze causate da un’umanità sempre più vulnerabile.
E ora, che fare? Non lo so, ma possiamo ancora immaginare insieme un futuro possibile e dargli forma insieme e in fretta. E il ruolo dell’innovazione per questa immaginazione collettiva?
La COP attuale della finanza sottolinea ancora una volta il crescente riconoscimento che il finanziamento è una componente cruciale delle azioni globali contro il cambiamento climatico, mentre la società trasformativa non può aspettare, come è accaduto alla scienza con il Covid-19 (che l’ha trasformata più velocemente dei vaccini).
I paesi emergenti potrebbero essere più vulnerabili da un lato, e la domanda è se l’impegno della COP29 di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti per il clima per questi paesi sia sufficiente, non tanto per la quantità, ma per la qualità dell’allocazione, SE la parte settentrionale del mondo è d’accordo.
SMILY Academy su questo sta lavorando con il Prof. Stefano Denicolai, a capo dell’ITIR Institute of Transformative Innovation and Research dell’Università degli Studi di Pavia, ragionando nello specifico con il nostro Chief Research and Innovation, Prof. Sumantra Ray, medico di fama mondiale e coordinatore della CREATE Academy e del progetto illuminato della Mobile Teaching Kitchen, tra gli altri.
Per quanto riguarda l’impegno del settore privato, si prevede che la COP29 faciliti le discussioni su come aumentare gli investimenti privati in tecnologie verdi, energia rinnovabile e infrastrutture sostenibili.
Le partnership tra governi, organizzazioni multilaterali e settore privato saranno un punto focale. In questo senso, l’Azerbaigian è uno degli hub di innovazione più interessanti per i seguenti motivi: investimenti strategici, iniziative politiche e la sua posizione geografica ed economica unica, come crocevia tra Europa e Asia, con una connettività regionale garantita da progetti logistici come la ferrovia Baku-Tbilisi-Kars. È la terra del petrolio e del gas, che non suona esattamente come sostenibile, sia per l’ambiente che per il clima, ma come detto, gli interessi stanno cambiando, così come il clima, quindi gli investimenti sono orientati su IT, startup, energie rinnovabili e manifattura avanzata. Infine, con il Programma Statale per lo Sviluppo della Società dell’Informazione, il Governo Nazionale sta investendo in IT, nonché in Parchi Tecnologici e Incubatori (HTP a Baku e Baku Innovation), senza contare gli incentivi fiscali per le aziende che investono in R&I, inclusi i Venture Capital. È rilevante osservare come la Banca Mondiale, l’UNDP e l’Unione Europea stiano anche sostenendo con partenariati strategici lo sviluppo di centri di ricerca, laboratori di innovazione e iniziative di trasferimento tecnologico.
Le ultime notizie provenienti dai grandi investitori di tutto il mondo ci fanno capire quanto questa COP sia cruciale.
Citazione di un altro autore e professore europeo, Antonio Iannone, tra i fondatori della prima associazione nazionale di Agri-Food-tech e esperto di M&A per startup e PMI con la sua azienda “TheFoodCons”, nel suo libro in uscita “Foodtechnocracy”: se proiettiamo il settore più iconico per la vita sulla Terra (il cibo, che è medicina, cultura, memoria di una vita, guarigione della complessità e dell’iperconnessione della salute), assisteremo a un futuro distopico le cui regole non potranno seguire l’attuale mercato, la diplomazia, i gusti e i cambiamenti dovuti agli effetti antropocentrici sul clima. Ecco perché la sua storia immagina un imprenditore proiettato nel 2992, dove prevale la “foodtechnocracy”, ma la salute continua a essere in pericolo. Il suo protagonista capisce che è costretto a fare i conti con le forti differenze tra il suo passato privilegiato e le realtà di questa società controllata e senza carne.
Rimarremo umani? Diventeremo veramente i protagonisti di un futuro distopico? Saremo quelli che applicano la profezia auto-avverante per gli aspetti sociali, ambientali e governativi, seguendo forse l’orologio del clima che segna 4 anni e pochi giorni per evitare il collasso climatico? Saremo costretti a guardare verso un altro Pianeta nella follia di un Pianeta B, in rispetto della Madre Terra (leggi l’effetto Arca di Noè: le specie minacciate della Terra potrebbero essere inviate sulla luna nell’Arca di Noè per evitare l’estinzione)?
Le Paralimpiadi e la Conferenza delle Parti rimangono ancorate alla Terra. Sono ancora composte da esseri umani costretti a tornare all’umanità, perché in realtà non esiste un’Umanità B. E tu? Quali sono le tue intenzioni? Per quale squadra giochi? La soluzione o il problema? Se vuoi giocare nella nostra squadra o ricevere approfondimenti e numeri su questa riflessione: S.M.I.L.Y.: info@smilyacademy.org www.smilyacademy.org, consapevoli che siano crollati (finalmente) anche i concetti di “nostra” e “vostra” squadra, proprio come nelle paraolimpiadi.