La forestazione è ormai una delle principali “infrastrutture verdi” per affrontare la crisi climatica e idrogeologica in Italia. Ma quanti alberi vengono piantati? A mappare lo sforzo è la quarta edizione dell’Atlante delle Foreste, che documenta oltre 2,4 milioni di alberi piantati nel 2023 su oltre 3.000 ettari di territorio, frutto di una sinergia tra pubblico e privato. Si tratta di un investimento che, oltre al beneficio ambientale, produrrà un ritorno economico stimato in 16 milioni di euro annui lungo la vita di ciascun impianto arboreo.
«Con questa nuova edizione dell’Atlante delle Foreste – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – abbiamo realizzato un quadro significativo degli interventi di messa a dimora di alberi effettuati in Italia e offerto un’analisi dei benefici che ne derivano, da quelli economici a quelli sistemici, come il contributo alla mitigazione di eventi climatici estremi e la regolazione della qualità dell’aria e del suolo, contribuendo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050».
Una rete di progetti verdi in tutta Italia
Il nuovo Atlante delle Foreste, nato dalla collaborazione tra Legambiente, AzzeroCO2 e Compagnia delle Foreste, analizza circa 300 progetti distribuiti su aree urbane e rurali, offrendo una mappa del capitale naturale italiano in costante crescita. Come rileva il rapporto, il contributo delle foreste non si limita al solo ambiente ma genera ritorni economici tangibili: per esempio, la mitigazione degli eventi climatici e il miglioramento della qualità dell’aria valgono 2.202,9 euro per ettaro l’anno, mentre il turismo sostenibile apporta un valore stimato di 639,2 euro per ettaro l’anno. La biodiversità garantita dai nuovi impianti vale infine oltre 2.342 euro per ettaro annuo, sottolineando l’impatto a lungo termine di queste infrastrutture verdi.
I territori più attivi nella forestazione
L’Italia continua ad investire nella forestazione, ma con disparità regionali. In testa troviamo il Trentino-Alto Adige, che ha piantato 637.000 alberi, seguito da Piemonte, Basilicata e Puglia. Tuttavia, nel 2023 sette regioni, tra cui Abruzzo, Lazio e Lombardia, non hanno registrato nuove piantagioni, un dato dovuto alla transizione tra il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022 e i nuovi piani strategici della PAC 2023-2027. Anche a livello metropolitano il Sud mostra buoni risultati: Bari e Messina si collocano ai vertici per progetti di forestazione, grazie ai fondi del Decreto Clima e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il nuovo obiettivo del PNRR punta a piantare 4,5 milioni di alberi entro il 2024, un passo importante, anche se ridimensionato rispetto alle previsioni iniziali.
Cambiamento climatico e selezione delle specie arboree
Le scelte di forestazione devono oggi tenere conto della crisi climatica: aumenti di temperatura, eventi estremi come siccità e alluvioni, e cambiamenti nei regimi meteorologici impongono una nuova strategia di piantumazione, soprattutto in aree urbane e parchi. L’Atlante raccomanda una maggiore attenzione alla scelta delle specie arboree, con l’introduzione selettiva di specie esotiche non invasive per garantire una maggiore resilienza delle foreste.
«La normativa vigente in alcune regioni, così come il buon senso, suggeriscono di privilegiare l’uso di specie autoctone, ma dobbiamo essere aperti anche alle specie alloctone non invasive che possono adattarsi meglio alle nuove condizioni climatiche», ha spiegato Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2. «In AzzeroCO2 collaboriamo con enti pubblici per identificare le piante più adatte a favorire la resilienza degli ecosistemi locali. L’obiettivo è creare ecosistemi adattabili e capaci di affrontare le sfide future».
Tra PNRR e nuovi strumenti per sostenere le foreste
Oltre al PNRR, nuovi strumenti sosterranno le foreste italiane, come il Registro pubblico dei crediti di carbonio e la Nature Restoration Law, che introduce obiettivi vincolanti per il ripristino degli ecosistemi degradati. Queste politiche rafforzeranno il ruolo delle foreste nel mitigare la crisi climatica, conservare la biodiversità e migliorare la qualità della vita nelle comunità.
La quarta edizione dell’Atlante delle Foreste evidenzia così una visione di lungo termine, necessaria per un uso efficace delle risorse naturali del Paese e un’integrazione con le esigenze locali. Solo con una gestione attenta e innovativa il patrimonio verde potrà svolgere pienamente il suo ruolo nel fronteggiare il cambiamento climatico.