Un’indagine condotta da Ipsos per la piattaforma “Impegnati a Cambiare” di Altroconsumo coinvolgendo un campione di 1.000 italiani, rivela che il problema dello spreco alimentare pesa tanto sulle famiglie quanto sull’ambiente. Lo spreco alimentare, secondo il 72% degli intervistati, deriva principalmente da alimenti che scadono prima di essere consumati e da avanzi gettati dopo i pasti. In media, ogni settimana una famiglia italiana spreca circa 680 grammi di cibo, quantitativo già rilevato anche dal recente Rapporto Internazionale Waste Watcher 2024. Il fenomeno è più diffuso nel Centro e Sud Italia, mentre al Nord si registra una percentuale inferiore.
L’indagine ha esplorato anche altri consumi e sprechi domestici: il 64% degli intervistati segnala un utilizzo eccessivo di acqua corrente, mentre il 62% menziona sprechi legati all’energia elettrica. Seguono l’uso intensivo di carburanti (46%) e il riscaldamento domestico (37%).
Educazione e scelte consapevoli
Dai risultati emerge la percezione di spreco legata a confezioni troppo grandi, scarsa conoscenza sulle tecniche di conservazione e acquisti eccessivi incentivati dalle promozioni. Tuttavia, un dato significativo è che solo il 60% degli intervistati considera gli ingredienti nel momento dell’acquisto, con criteri di sostenibilità che risultano ancora secondari nelle scelte alimentari. «Lo spreco alimentare non è solo una importante questione ambientale», spiega Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo. «Ha un impatto diretto sulle tasche delle famiglie e sull’economia. Educare alla riduzione dello spreco è fondamentale per abbattere i costi e promuovere la sostenibilità del pianeta».
Le soluzioni proposte dagli intervistati variano, ma l’educazione e la chiarezza sono in primo piano: il 59% ritiene che sensibilizzare i bambini fin dalla scuola primaria possa essere efficace, e il 52% suggerisce di incentivare ristoranti e negozi a donare gli alimenti in eccesso. Inoltre, il 50% vede nell’etichettatura chiara un’opportunità per ridurre il problema, migliorando le informazioni sulle date di scadenza.
La sostenibilità come fattore di scelta
Se l’imballaggio riciclabile è un criterio importante per il 48% degli intervistati, il benessere animale è fondamentale per il 43%, e il 41% cerca certificazioni come il biologico. Nonostante la consapevolezza sia in crescita, resta la necessità di educare alla sostenibilità in modo più efficace, soprattutto riguardo alle etichette. Il 76% conosce la differenza tra la data di scadenza e il termine minimo di conservazione, e per il 78% “cibo sostenibile” significa un prodotto che utilizza le risorse naturali in modo efficiente.
Soluzioni digitali e nuove prospettive
Sebbene vi sia ancora una scarsa conoscenza di piattaforme digitali per ridurre lo spreco, il 44% degli intervistati suggerisce la creazione di punti di raccolta per alimenti non consumati. Per approfondire questi temi, Altroconsumo ha lanciato un episodio di “Altroché”, il podcast della piattaforma “Impegnati a Cambiare” condotto da Francesco Oggiano. Tra gli ospiti, Andrea Fagnoni di Ipsos e Lisa Casali, esperta di sostenibilità, condividono consigli e riflessioni sul tema dello spreco alimentare.