Il percorso verso la decarbonizzazione pianificato dall’Unione Europea per il 2050 impone all’industria del vetro una rivoluzione profonda. La transizione verso processi produttivi sostenibili, infatti, richiederà l’adozione di tecnologie innovative, infrastrutture all’avanguardia e investimenti significativi, stimati in almeno 15 miliardi di euro. Questo scenario è stato delineato durante il convegno “La transizione ecologica del vetro”, organizzato da Assovetro, che rappresenta uno dei settori industriali più energivori ma anche strategici per l’economia europea.
Per affrontare questa trasformazione senza compromettere la competitività, Assovetro ha presentato un piano basato su sette proposte specifiche. Come spiegato dal presidente Marco Ravasi, il successo della transizione dipenderà strettamente dal supporto governativo e dalla definizione di una strategia europea chiara e mirata. «Il solo mercato non può guidare questo cambiamento», ha affermato Ravasi. «È necessario che il legislatore si muova con coerenza e gradualità. Senza una roadmap nazionale e un impegno concreto dell’Europa, rischiamo di perdere un’industria strategica a favore di Paesi con standard ambientali e sociali inferiori, aggravando i problemi invece di risolverli».
Attualmente, il settore del vetro italiano conta circa 29.000 addetti altamente specializzati e rappresenta il 16% della produzione vetraria europea, con un fatturato che ha raggiunto 9,6 miliardi di euro nel 2022. Per sostenere il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, Assovetro sottolinea la necessità di supporti economici per gli investimenti nei processi produttivi a zero emissioni e per l’acquisto di vettori energetici sostenibili. Le sette proposte avanzate includono inoltre misure per semplificare la burocrazia, riformare il sistema EU ETS per gestire il fabbisogno di permessi di emissione e potenziare i meccanismi di difesa commerciale, in modo da tutelare le aziende dalle importazioni da Paesi con normative ambientali meno rigide.
Assovetro sottolinea anche l’importanza di investire nelle infrastrutture di rete, sia elettriche che per il trasporto e lo stoccaggio di idrogeno e CO₂, con una particolare attenzione alle modalità di tariffazione e ai tempi di realizzazione. Ravasi ha sottolineato che queste proposte sono cruciali per «garantire che il percorso di decarbonizzazione dell’industria del vetro sia praticabile e sostenibile nel lungo termine».