Continuano a far discutere le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, che non ha escluso l’eventualità che ci possano essere future soppressioni di posti di lavoro nel gruppo automobilistico, pur sottolineando che la questione non è al centro della strategia aziendale. Intervistato da RTL durante il Salone dell’Auto di Parigi, Tavares ha dichiarato: «Non escludo nulla», rispondendo alla domanda su eventuali tagli, ma ha anche assicurato che la salute finanziaria del gruppo non dipende solo da riduzioni del personale. «La salute finanziaria di Stellantis non passa unicamente dalla soppressione di posti, ma attraverso tante altre cose: immaginazione, intelligenza, innovazione. Che è quello che stiamo facendo».
Tavares ha ribadito che il cuore della riflessione strategica dell’azienda non è la riduzione del personale, ma piuttosto la soddisfazione dei clienti attraverso la qualità dei prodotti, l’innovazione tecnologica e la mobilità sostenibile. «Al cuore della nostra riflessione strategica c’è rendere i nostri clienti felici, attraverso la qualità dei nostri prodotti, l’innovazione delle nostre tecnologie, e una mobilità pulita e accessibile», ha spiegato.
Nonostante queste rassicurazioni, l’AD di Stellantis ha ammesso che nessun scenario può essere escluso, specialmente se i produttori cinesi dovessero guadagnare una quota significativa del mercato europeo. Proprio su questo punto, in una recente intervista con Les Echos, Tavares non ha escluso la possibilità di chiudere stabilimenti se la concorrenza cinese dovesse diventare insostenibile.
Durante un incontro con le Commissioni Attività Produttive della Camera e Industria del Senato italiano, Tavares ha lanciato un appello al governo, chiedendo maggiori incentivi per sostenere la domanda di auto elettriche. «In Italia servono notevoli iniezioni di incentivi sennò non ce la facciamo”, ha chiarito il CEO. «Io devo poter vendere i veicoli elettrici allo stesso prezzo dei veicoli a combustione interna», ha aggiunto, spiegando la sfida di mantenere i prezzi competitivi nonostante un incremento del 40% dei costi dovuto alla tecnologia elettrica. «Voi leader politici dovete spiegarmi come faccio a gestire questi attriti dovuti al fatto che io devo per forza aumentare del 40% i costi».
Le parole di Tavares non hanno però convinto i sindacati, che continuano a puntare il dito contro i vertici del gruppo per il calo della produzione e per la mancanza di dialogo con il governo. Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha definito la situazione “drammatica”, accusando Stellantis di non aver affrontato adeguatamente la crisi occupazionale. “Sono due anni che con i sindacati chiediamo al Presidente del Consiglio di convocare l’azienda per affrontare i problemi”, ha dichiarato Landini. «I dati sono sotto gli occhi di tutti: negli ultimi dieci anni, gli occupati in Stellantis sono diminuiti di quasi 14mila posti di lavoro».
I sindacati hanno confermato uno sciopero in tutti gli stabilimenti italiani, accompagnato da una manifestazione a Roma il prossimo venerdì, per protestare contro la gestione della crisi occupazionale e la mancanza di investimenti adeguati.