In che misura la Generazione Z è concretamente impegnata per un futuro più sostenibile e giusto? Secondo la ricerca “Versione GenZ: le prime generazioni native sostenibili si raccontano”, promossa da Angelini Industries, il 53% dei giovani tra i 14 e i 29 anni si definisce ambientalista, e il 43% ha boicottato almeno una volta un marchio o un prodotto considerato dannoso o iniquo. Questi dati, raccolti su un campione di oltre 2.500 intervistati, rivelano come le nuove generazioni siano molto più attente e attive sui temi ambientali e sociali rispetto al resto della popolazione, dove la percentuale di chi ha compiuto azioni di boicottaggio scende al 37%.
La ricerca, presentata al Salone della CSR e dell’Innovazione sociale di Milano e condotta da Quorum/Youtrend e Csa Research, ha messo in luce come i giovani siano particolarmente sensibili alle disuguaglianze sociali e al cambiamento climatico. Infatti, il 58% dei ragazzi ritiene che una società non possa definirsi equa se esistono disuguaglianze significative al suo interno. Il 61% della Generazione Z accusa le generazioni precedenti di essere responsabili della crisi climatica, e ben il 78% crede che i governi possano giocare un ruolo cruciale nel guidare il cambiamento. «I giovani cercano flessibilità, valori e obiettivi chiari, sia nella vita quotidiana che nel mondo del lavoro», spiega Isabella Falautano, Group Chief Sustainability Officer di Angelini Industries.
Un aspetto interessante emerso dallo studio è il legame tra la Generazione Z e il lavoro. I giovani non si accontentano di un semplice equilibrio vita-lavoro, ma vogliono sentirsi realizzati e coinvolti. Il 40% degli intervistati considera essenziale sentirsi gratificati nel proprio lavoro, un dato leggermente superiore rispetto al resto della popolazione. A loro sta a cuore non solo la crescita professionale, ma anche la condivisione di obiettivi comuni all’interno dell’azienda.
Le aspettative nei confronti delle aziende sono altrettanto elevate. Per i giovani, una compagnia sostenibile deve essere attivamente impegnata nella difesa dell’ambiente (44%), pensare al futuro delle prossime generazioni (30%) e rispettare pienamente le leggi (29%). Inoltre, il 26% della Generazione Z si aspetta che le aziende rispettino i diritti dei lavoratori e si impegnino a favore delle categorie sociali più deboli.
L’impegno di Angelini Industries si riflette in progetti come il Future Leaders Program, che offre opportunità di formazione manageriale ai giovani in collaborazione con la SDA Bocconi, o iniziative innovative per la sostenibilità ambientale, come Greenpackt, una tecnologia per produrre confezioni riciclabili al 100%.
Secondo i dati, il 63% dei giovani teme che il pianeta diventi inabitabile nel corso della loro vita, e il 90% si fida delle previsioni scientifiche che indicano la soglia critica di 1,5°C di aumento della temperatura rispetto all’epoca preindustriale. Solo il 7% della Generazione Z è scettico al riguardo, contro il 35% della popolazione generale, secondo un rapporto del Censis.
Angelini Industries risponde a queste sfide con un impegno trasversale verso la sostenibilità, investendo in progetti di rigenerazione urbanistica e tecnologie eco-sostenibili. «Ascoltare i giovani è essenziale per le aziende che vogliono essere protagoniste del futuro», conclude Isabella Falautano, sottolineando l’importanza di un impegno concreto su sostenibilità e inclusione per attrarre e coinvolgere le nuove generazioni, sia come consumatori che come lavoratori.