La Commissione Europea ha approvato l’aumento dei dazi sui veicoli elettrici importati dalla Cina, come emerso dalla votazione svoltasi venerdì scorso a Bruxelles. Cinque paesi, tra cui la Germania, hanno votato contro. Dieci, tra cui Italia e Francia, hanno votato a favore, mentre dodici si sono astenuti.
L’Unione Europea ha ora la facoltà di imporre dazi significativi per un periodo di cinque anni, a partire dalla fine di questo mese. Tuttavia, la Commissione ha anche confermato che i negoziati con la Cina proseguiranno, mantenendo così aperta la possibilità di un accordo futuro.
I nuovi dazi che si aggiungeranno a quelli già esistenti, portando il totale delle tariffe a un massimo del 35% sui veicoli elettrici cinesi. Il voto ha rivelato una forte spaccatura tra i 27 stati membri, non riuscendo a trovare un consenso unanime. La Commissione Europea ha quindi avuto il potere di procedere con queste misure per contrastare i sussidi che la Cina fornisce alla sua industria per esportare veicoli a basso costo in Europa.
Ora, c’è un’urgenza nel trovare un accordo per evitare un’escalation delle misure protezionistiche, con un termine fissato per il 30 ottobre. Quest’ultimo punto è particolarmente importante in vista delle prossime elezioni statunitensi, che potrebbero riportare Donald Trump al potere, un presidente noto per le sue politiche tariffarie aggressive.
Si tratta di una mossa ritenuta necessaria dall’UE a seguito di un’indagine che ha rivelato come i sussidi statali forniti dal governo cinese ai produttori di auto creino un vantaggio ingiusto per le aziende cinesi. Tali sussidi permettono ai produttori di veicoli elettrici di offrire prezzi più competitivi sul mercato europeo, mettendo a rischio la competitività delle case automobilistiche europee. La Commissione ha inoltre sottolineato l’importanza di proteggere l’industria automobilistica europea, che impiega circa 14 milioni di persone.
La Cina ha risposto con fermezza, accusando l’UE di protezionismo ingiustificato. Il governo cinese ha minacciato di adottare misure simili contro i prodotti europei, avviando indagini su importazioni come carne di maiale, latticini e vino, incluso il pregiato cognac francese. Questa reazione ha allarmato paesi come la Germania e quelli che fanno parte della sua filiera automobilistica.
Come riportato dall’Ansa, un diplomatico europeo ha avvertito che potrebbero esserci ritorsioni e ha sottolineato la necessità di una strategia industriale coesa, richiamando le parole utilizzate dall’ex premier Mario Draghi presentando il report sulla competitività dell’Unione Europea. Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha esortato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a evitare una guerra commerciale.
Anche il governo italiano ha sostenuto il voto, auspicando un approccio di cooperazione reciproca e una ripresa dei negoziati, sia bilaterali sia attraverso l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Intanto Stellantis ha dichiarato di sostenere una competizione leale e libera, in linea con l’associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA).