Il viaggio attraverso le ineguagliabili colline del Conegliano Valdobbiadene, regno incontrastato della produzione del Prosecco Superiore e patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2019, non è solo un’immersione nei sapori e nelle tradizioni vinicole italiane, ma anche un esempio di come un settore agricolo possa abbracciare la sostenibilità in modo integrato. Qui, a nord di Venezia, la viticoltura non è solo un’arte tramandata di generazione in generazione, ma un’attività che riesce a coniugare qualità del prodotto e rispetto per l’ambiente, grazie a una serie di iniziative rivolte alla tutela del territorio e alla riduzione dell’impatto ecologico.
Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, fondato nel 1962, svolge un ruolo cruciale nella salvaguardia e valorizzazione di questi territori. Nato con l’obiettivo di garantire la qualità e il rispetto delle regole di produzione del Prosecco Superiore, ha contribuito all’ottenimento della Denominazione di Origine Controllata nel 1969 e della Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 2009.
Il territorio in cui si produce il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore si estende su 15 comuni della provincia di Treviso, tra cui Conegliano, Valdobbiadene, Vittorio Veneto e Pieve di Soligo, solo per citarne alcuni. Il Consorzio ha la sua sede a Solighetto, e rappresenta 209 aziende spumantistiche che operano su una superficie produttiva totale di oltre 8.600 ettari, di cui più di 8.100 dedicati alla vendemmia per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco, 370 ettari per il “Rive” e 106 ettari per le uve del pregiato “Superiore di Cartizze”.
In queste terre la speciale conformazione del paesaggio è il risultato straordinario di un lungo processo geologico che si è protratto per milioni di anni. Questi luoghi sono stati modellati dai movimenti della crosta terrestre e dalle particolari strutture geologiche presenti nella regione. I geologi chiamano questo fenomeno “hogback”: uno spettacolare insieme di strati rocciosi che, spinti dalla zolla africana, si sono mossi come un’onda che si infrange contro il massiccio delle Prealpi. Con il tempo, l’erosione ha scolpito un paesaggio fatto di colline allineate parallelamente, attraversate da una complessa rete di valli, creste e pendii, dove si alternano coltivazioni e boschi, creando un effetto visivo di grande suggestione. Ma quel che rende questo paesaggio ancora più speciale e unico nel suo genere è la rara combinazione di dinamiche geologiche e intervento umano.
Inoltre, la posizione privilegiata tra il mare e le Prealpi dona al territorio un clima particolarmente mite, con inverni moderati e estati calde ma mai opprimenti. Questa dolcezza climatica, che un tempo attirava i nobili veneziani per le loro villeggiature estive, si riflette in una temperatura media annuale di 12,3°C e in una costante ventilazione, favorita dall’altitudine variabile tra i 50 e i 500 metri. Questo contribuisce a un’escursione termica significativa, fondamentale per la qualità delle colture. La regione è soggetta a frequenti piogge estive, con una media annua di circa 1250 mm di precipitazioni. Per la vite, questo clima è ideale: le uve – spiegano gli agronomi – si arricchiscono di aromi grazie all’abbondante ma ben distribuita irrigazione naturale, mentre le pendenze del terreno garantiscono un perfetto drenaggio dell’acqua, evitando ristagni. Inoltre, la brezza costante aiuta a mantenere le vigne asciutte e in salute, creando condizioni ottimali per una viticoltura di alta qualità.
I suoli del Conegliano Valdobbiadene raccontano una storia antica, che risale a quando i fondali marini e lacustri furono sollevati dalle forze geologiche. In seguito, le colline furono parzialmente scolpite dall’azione dei ghiacciai dolomitici, che trasportarono sedimenti a valle, creando terreni profondi, caratterizzati da una tessitura fine e da inclusioni carbonatiche. Nelle aree non toccate dai ghiacciai, invece, si sono conservati suoli di origine marina, composti da marne e arenarie, meno profondi ma altamente drenanti.
Questa varietà, unita alla conformazione irregolare del territorio, crea un mosaico unico di condizioni. Le colline, talvolta dolci, altre volte ripide, sono il risultato di una combinazione di pendenze, esposizioni e tipologie di terreni che variano di microzona in microzona. Ogni appezzamento di vigneto, pertanto, è capace di produrre un vino con caratteristiche uniche, espressione della sua specifica identità geologica e climatica.
Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco affonda le sue radici in una tradizione vitivinicola secolare, basata sulla coltivazione di vitigni locali, con la Glera come protagonista indiscussa, che costituisce almeno l’85% dell’uvaggio. Le prime tracce scritte di questo vitigno risalgono al 1772, quando Francesco Maria Malvolti lo menzionò nel Giornale d’Italia, riferendosi al Prosecco (antico nome della Glera) e alla qualità della viticoltura del territorio.
La vendemmia, in queste ripide colline, è un lavoro artigianale che si svolge quasi esclusivamente a mano. Questo approccio è obbligatorio per le preziose tipologie Rive e Cartizze, dove la pendenza del terreno è talmente estrema da far parlare di una vera e propria “vendemmia eroica”. Durante la stagione, il Consorzio di tutela svolge un ruolo cruciale: monitora costantemente la maturazione delle uve, fornisce aggiornamenti tecnici ai produttori e infine stabilisce l’inizio della raccolta, individuando il momento perfetto per preservare al meglio la qualità del frutto.
In sintesi le aree principali su cui è concentrato il lavoro del Consorzio sono tre: la tutela del prodotto e del marchio, la sua promozione a livello nazionale e internazionale, e la sostenibilità delle pratiche produttive.
La sostenibilità ambientale, priorità per il territorio
Il Consorzio del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene ha intrapreso un percorso virtuoso incentrato sulla sostenibilità ambientale già a partire dal 2011, con l’adozione del Protocollo Viticolo. Questo documento rappresenta una guida per le pratiche agricole locali, incentivando l’utilizzo di sostanze meno impattanti per l’ecosistema e la riduzione dei fitofarmaci. L’obiettivo è quello di preservare la biodiversità e la salute del suolo, fattori cruciali per garantire la continuità di una viticoltura che rispetti l’ambiente.
Uno degli elementi chiave di questo impegno è il Progetto Eno Bee – Api in Vigna, volto a incrementare la popolazione di api nei vigneti, le sentinelle della salute degli ecosistemi. La presenza di questi insetti impollinatori non solo contribuisce al mantenimento della biodiversità, ma funge anche da indicatore della salubrità dell’ambiente. Questo progetto, insieme al blocco degli impianti viticoli dal 2019 per proteggere la flora autoctona, dimostra l’impegno concreto della Denominazione nel preservare l’equilibrio ecologico della regione.
Un ulteriore passo avanti è stato fatto nel 2022 con l’avvio dell’iniziativa LIFE – ATENA, che introduce tecnologie elettriche nelle pratiche agricole per ridurre le emissioni di CO2 e limitare l’inquinamento acustico. L’agricoltura diventa così non solo più efficiente, ma anche più silenziosa e meno inquinante, un elemento fondamentale per la tutela dell’ecosistema e per la qualità della vita nelle comunità locali.
A conferma di questo approccio innovativo, il progetto Zero Azoto punta all’eliminazione dell’utilizzo di azoto chimico nei vigneti, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale della viticoltura e le emissioni di gas serra. A completare questo quadro, l’adozione del divieto di utilizzo del glifosato dal 2019 ha reso l’area DOCG del Prosecco una delle più grandi d’Europa a essere completamente glifosate-free, un traguardo significativo per la salute del suolo e la conservazione della biodiversità.
Sostenibilità sociale: L’impegno verso le comunità locali
La sostenibilità non si limita all’ambiente: il Consorzio si impegna anche a garantire che lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali sia equo e inclusivo. La preservazione delle tradizioni agricole, con il coinvolgimento delle nuove generazioni, è uno degli elementi centrali della strategia di sostenibilità sociale. Il dato che il 36% degli addetti ai lavori sia composto da giovani sotto i 40 anni testimonia il passaggio di saperi e competenze alle nuove generazioni, con una media di oltre sei giovani per azienda vitivinicola.
Questo ricambio generazionale non solo rafforza il legame tra le comunità e il loro territorio, ma assicura anche l’adozione di pratiche agricole più moderne e rispettose dell’ambiente. Inoltre, molte imprese del settore vinicolo si impegnano attivamente nel riutilizzo dei sottoprodotti della vinificazione, contribuendo a un modello di economia circolare che minimizza gli sprechi e ottimizza l’uso delle risorse.
L’attenzione alle comunità locali si riflette anche nell’iniziativa Ecolog, volta a ridurre le emissioni di CO2 nel trasporto merci attraverso l’utilizzo di veicoli elettrici gestiti da sistemi digitali. Questo progetto non solo migliora l’efficienza logistica, ma contribuisce a ridurre l’inquinamento nelle aree rurali e urbane, beneficiando l’intera popolazione locale.
Sostenibilità di governance: trasparenza e responsabilità
Un aspetto cruciale del percorso di sostenibilità della denominazione Conegliano Valdobbiadene è rappresentato dalla sostenibilità di governance, ovvero la gestione responsabile e trasparente dell’intera filiera produttiva. Nel 2023, il Consorzio ha pubblicato il suo primo Rapporto di Sostenibilità, redatto secondo gli standard internazionali del Global Reporting Initiative (GRI). Questo documento non solo fornisce una fotografia dettagliata degli obiettivi ambientali raggiunti, ma si concentra anche sulla sostenibilità economica e sociale, offrendo un quadro completo dell’impatto delle attività del Consorzio.
Il Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata (SQNPI), a cui è già certificato il 42% dell’area, rappresenta un’ulteriore garanzia di trasparenza e responsabilità. Questo sistema certifica le aziende che rispettano standard elevati di produzione sostenibile, riducendo l’uso di sostanze chimiche e promuovendo pratiche ecologiche. L’obiettivo ambizioso di raggiungere il 100% di certificazione entro il 2029 dimostra l’impegno del Consorzio a rendere sostenibile l’intera produzione del Prosecco Superiore DOCG.
La gestione sostenibile delle risorse energetiche è un altro tassello fondamentale. Il 76% delle case spumantistiche utilizza energia proveniente da fonti rinnovabili, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Questa scelta riflette una leadership consapevole e attenta alle sfide globali del cambiamento climatico.
Un futuro sostenibile per il Prosecco Superiore
Il legame tra territorio e sostenibilità è al centro dell’identità del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Ogni bottiglia racchiude non solo la qualità e la tradizione di una lunga storia vitivinicola, ma anche una dedizione profonda alla tutela dell’ambiente e delle comunità locali. Il percorso verso un futuro più sostenibile non è privo di sfide, ma l’impegno del Consorzio e delle aziende della denominazione dimostra che è possibile conciliare eccellenza produttiva e responsabilità ecologica e sociale.
Le aziende del territorio e il Castello di Sal Salvatore
Sono diverse le aziende del territorio che possono vantare una solida esperienza e un chiaro impegno in termini di innovazione e attenzione alle pratiche sostenibili. Fra le altre merita senz’altro una visita Villa Sandi, che gestisce anche la Locanda e la Bottega. Di proprietà della famiglia Moretti Polegato, l’azienda è rinomata per la produzione di vini di alta qualità, con vigneti che si estendono su tutte le principali aree del Prosecco, inclusi i prestigiosi cru di Cartizze. Forte di una lunga tradizione vinicola, Villa Sandi si distingue per l’impegno nella sostenibilità ambientale e la valorizzazione del territorio, e vanta una forte presenza internazionale, con oltre il 60% del fatturato proveniente dall’export.
Borgoluce, fondata nel 2007 dalla famiglia Collalto, è invece un’azienda agricola multifunzionale che si estende per 1200 ettari nelle colline venete, combinando tradizione millenaria e innovazione. Produce Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG e una vasta gamma di prodotti alimentari, tra cui formaggi di bufala, carni, farine e miele, seguendo una filiera cortissima e tracciabile. Borgoluce si distingue per l’attenzione alla sostenibilità ambientale, la tutela della biodiversità e la creazione di opportunità lavorative, soprattutto per i giovani, con un modello di produzione integrato e responsabile.
L’azienda Il Colle, situata a San Pietro di Feletto, nel cuore dell’area Conegliano-Valdobbiadene, è anch’essa specializzata nella produzione di Prosecco Superiore DOCG, con un focus sull’eccellenza del Cartizze. Fondata da Fabio Ceschin, è oggi gestita dai figli con passione e attenzione al territorio. L’azienda raccoglie circa 1500 tonnellate di uve, collaborando con piccole realtà locali per mantenere autenticità e qualità. Il Valdobbiadene Superiore Cartizze DOCG Dry è il fiore all’occhiello della produzione.
Col del Lupo è un’azienda vinicola situata sulle colline tra Valdobbiadene e Conegliano, dedicata alla produzione di Prosecco Valdobbiadene DOCG. I vigneti, posti su pendii ripidi, richiedono una viticoltura manuale che esalta la qualità delle uve. La sostenibilità è un valore centrale: l’azienda utilizza energia rinnovabile e ha avviato la conversione al biologico, con tecniche che rispettano l’ecosistema. L’attenzione alla qualità e la vinificazione artigianale permettono di ottenere vini autentici con bassi livelli di solforosa. Orgogliosa di essere parte della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), Col del Lupo pone una particolare attenzione all’enoturismo offrendo, oltre alla possibilità di visitare la cantina tutti i giorni della settimana, degustazioni speciali in un Casèl. Si tratta di un rustico di famiglia completamente restaurato che si trova in cima al Col del Lupo. Da qui si può ammirare uno straordinario panorama a 360° sulle terre del Prosecco.
Arrivando da Treviso, è impossibile non notare l’imponente figura del Castello di San Salvatore, che domina la città di Susegana, testimoniandone l’importanza storica e strategica per la regione circostante. Eretto dalla nobile famiglia Collalto nella seconda metà del XIII secolo, il castello ebbe inizialmente una funzione difensiva durante tutto il Medioevo, trasformandosi poi in una raffinata residenza signorile e diventando un importante centro culturale, frequentato da artisti di rilievo sia locali che europei. Severamente danneggiato dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale, il Castello è stato meticolosamente restaurato, assumendo oggi il ruolo di elegante location per eventi e manifestazioni. Da non perdere è una visita al borgo circostante e al palazzo settecentesco in stile veneziano, che conserva ancora straordinarie opere dei maestri veneti dell’epoca.
Alla base del castello, la storica Azienda Agricola Conte Collalto, parte della stessa proprietà, produce ogni anno circa 850 mila bottiglie, di cui oltre 550 mila dedicate al Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene DOCG. Completano la produzione vini bianchi e rossi fermi, olio extravergine d’oliva e due varietà di grappa, omaggio alla tradizione vinicola della zona.