Tra agosto 2022 e gennaio 2023, i Paesi dell’Unione Europea hanno ridotto il consumo di gas del 19% rispetto alla media registrata nello stesso periodo tra il 2017 e il 2022. Questa significativa contrazione è stata in parte favorita da un inverno più mite, dall’aumento della produzione di energie rinnovabili e dal ritorno in piena attività del nucleare francese nel 2024.
Spinta verso alternative al gas russo
Con la guerra in Ucraina e il conseguente rischio di interruzioni degli approvvigionamenti di gas russo, gli Stati europei sono stati incoraggiati a mantenere il ritmo della riduzione dei consumi e a sviluppare fonti alternative. Secondo i dati dell’European LNG Tracker dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), la domanda di gas nell’Unione Europea è scesa del 5,4% nella prima metà del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Parallelamente, le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) sono diminuite del 20%.
Grazie a un mix di energie rinnovabili e misure di efficienza energetica, la dipendenza dal gas naturale continua a diminuire. Solo nel primo semestre del 2024, il consumo di gas metano nell’UE è calato del 3,2%, con alcuni Paesi che hanno ridotto i propri consumi in modo ancora più deciso: Portogallo (-18%), Malta (-15%), Croazia (-14%) e Austria (-9%). L’Italia, pur registrando una diminuzione, si attesta su un più modesto -4,6%.
Al contrario, Paesi come Finlandia, Grecia, Lituania, Estonia e Svezia hanno visto aumentare i consumi di gas, con incrementi fino al 37%.
Investimenti ridimensionati e progetti sospesi
La riduzione della domanda ha avuto conseguenze anche sugli investimenti in nuove infrastrutture per il GNL. Progetti ambiziosi in Paesi come Grecia, Cipro, Lituania e Lettonia sono stati posticipati o sospesi, riducendo il numero di nuovi terminali previsti. In Grecia, per esempio, l’avvio del terminal Alexandroupolis FSRU è stato rimandato, e in Lituania, i piani per l’ampliamento del terminal di Klaipėda sono stati congelati. Anche il terminal Stade in Germania è stato posticipato al 2027.
Questa tendenza evidenzia una ridotta necessità di nuove capacità di rigassificazione, con molti Paesi che stanno riconsiderando i loro progetti. L’IEEFA stima che, con il calo della domanda, l’Europa potrebbe trovarsi con oltre 300 miliardi di metri cubi di capacità inutilizzata nei prossimi anni.
Prospettive incerte per il gas naturale
Secondo QualEnergia, “Il GNL sul lungo periodo rischia di diventare una risorsa inaffidabile, a causa della riduzione della domanda, della diffusione delle tecnologie pulite, dei target climatici net-zero e della volatilità dei prezzi”. Tuttavia, un rapporto di BloombergNEF prevede che la domanda globale di GNL aumenterà del 5% nel prossimo inverno, guidata soprattutto dall’Asia settentrionale, il che potrebbe portare a una leggera crescita dei prezzi in Europa.
Nonostante questo, Paesi come l’Italia e il Regno Unito potrebbero ridurre ulteriormente le importazioni di GNL, compensando con un maggiore utilizzo degli stoccaggi, che in Italia sono attualmente pieni al 95%. Si stima che l’Italia e l’Europa nord-occidentale potrebbero arrivare a marzo 2025 con scorte del 40%, leggermente inferiori alla media degli ultimi due anni.
Il ruolo delle rinnovabili e l’effetto geopolitico
L’Europa sembra aver superato il picco di consumo di gas, ma la situazione geopolitica e l’andamento dei mercati energetici globali continueranno a influenzare le dinamiche dei prossimi anni. L’aumento della produzione di energie rinnovabili e la dismissione delle centrali a carbone potrebbero accelerare ulteriormente la transizione verso un sistema energetico meno dipendente dal gas naturale.
L’offerta mondiale di gas, trainata principalmente dagli Stati Uniti e dalle loro tecniche di fracking, dovrebbe crescere del 4% rispetto allo scorso inverno. Ma le tensioni geopolitiche e i ritardi nei nuovi progetti potrebbero causare ulteriori incertezze nel mercato energetico globale.