È tornato sotto i riflettori con un messaggio perentorio: “È ora di cambiare, o l’Europa affronterà una lenta agonia”. In un momento cruciale, l’ex presidente della BCE Mario Draghi, che già una volta ha salvato l’euro, ora lancia un nuovo monito: l’Unione Europea si trova di fronte a una “sfida esistenziale”. Se non aumenterà la sua produttività e competitività globale, sarà costretta a ridimensionare le proprie ambizioni. Il piano di Draghi prevede investimenti annuali tra i 750 e gli 800 miliardi di euro, equivalenti a un 4,7% del PIL europeo, una sorta di doppio piano Marshall necessario per proteggere benessere, libertà e coesione sociale del continente.
Nel suo report di 400 pagine, frutto di un anno di lavoro su richiesta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, Draghi evidenzia la necessità di strumenti di debito comune e maggiori investimenti in settori chiave come difesa, innovazione ed energia. La sua visione punta a un’Europa più unita e rapida, capace di superare la lentezza decisionale del voto unanime e di avvalersi di nuove forme di cooperazione rafforzata tra i Paesi volenterosi.
Dear Mario Draghi, a year ago, I asked you to prepare a report on the future of Europe’s competitiveness.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) September 9, 2024
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Il messaggio di Draghi, che non risparmia critiche a un’Europa stagnante rispetto ai giganti globali come Stati Uniti e Cina, incontra approvazione trasversale. Da Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, fino a Fratelli d’Italia, molti riconoscono il merito di aver richiamato l’attenzione sulle grandi sfide che attendono l’Europa. Persino Elon Musk ha lodato le sue parole, definendole una critica accurata al vecchio continente.
Tuttavia, non mancano le resistenze, soprattutto sul tema del debito comune, considerato una “linea rossa” da Berlino e dai Paesi del Nord Europa. Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha rifiutato con fermezza l’idea, definendo tali strumenti inefficaci per risolvere i problemi strutturali dell’UE. Anche Ursula von der Leyen ha espresso cautela, sostenendo che prima di parlare di nuovi modelli finanziari, è necessario chiarire priorità e obiettivi.
Nonostante le opposizioni, Draghi insiste: “Nella nostra unità troveremo la forza per riformare”. Il suo appello è chiaro: l’Europa deve agire ora, o rischia di compromettere il proprio futuro in un contesto mondiale sempre più competitivo e instabile.