Altreconomia, casa editrice da sempre attenta ai temi di giustizia sociale ed economia sostenibile, ha di recente pubblicato I sovrani del cibo. Speculazione e resistenza dietro a quello che mangiamo (144 pagine). A metà tra il saggio divulgativo e l’inchiesta giornalistica, il libro indaga sulle dinamiche che regolano il mercato alimentare globale, cercando di rispondere a domande come: “chi decide che cosa mangiamo e a quale prezzo? Chi sono i sovrani del cibo?”
L’inchiesta mostra come un pugno di multinazionali agroalimentari, controllate da pochi e ricchissimi fondi speculativi, stia ottenendo profitti record a discapito della salute pubblica e dell’ambiente. Una situazione paradossale se si considera che, nonostante un incremento del 300% della produzione globale di cibo dalla metà degli anni Sessanta, la fame cronica colpisce ancora oggi 783 milioni di persone, mentre più di 333 milioni vivono in condizioni di grave insicurezza alimentare.
La domanda cruciale a cui il libro cerca di dare una risposta è: com’è stato possibile questo “sacco del cibo” (come lo definisce Altreconomia nella scheda informativa del libro)? E soprattutto, quali strumenti hanno a disposizione i consumatori attivi per costruire un’alternativa giusta? La soluzione potrebbe risiedere nel superamento di un modello alimentare dominato da un ristretto numero di specie vegetali e animali, a favore di una maggiore diversificazione e sostenibilità.
Gli autori, Alessandro Franceschini e Duccio Facchini, non sono nuovi a queste tematiche. Franceschini è presidente di Altromercato e da quasi 30 anni è impegnato attivamente nell’ambito del Commercio Equo e Solidale italiano. Duccio Facchini è giornalista, scrittore, direttore della rivista mensile Altreconomia e ha giù pubblicato diversi libri incentrati su argomenti di rilevanza sociale e politica.
I sovrani del cibo è, come scrive la stessa casa editrice, un prodotto dell’osservatorio di Altreconomia e di Altromercato: “un saggio divulgativo che con il piglio dell’inchiesta economica vuole svelare chi sono i padroni del mercato, discutere di quantità e qualità dei consumi e difendere il diritto umano al cibo. Per cercare di restituire lo scettro a quelli che dovrebbero essere i veri sovrani del cibo: contadini e consumatori”.