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Talenti del mondo digitale e aziende: un cosmo di opportunità

Simone Tornabene racconta l’avventura di Cosmico, la startup che mette in connessione le aziende che hanno bisogno di forza lavoro e di “certe skills” con i professionisti che quelle “certe skills” le posseggono
Innovazione
di Maria Marcellino
23/08/2024

Ad aprile 2024 Cosmico, startup che connette i talenti del mondo digitale e le aziende, ha chiuso un round da 4 milioni di euro. Un risultato importante, che arriva dopo il round seed di 1,8 milioni di euro concluso nel 2023 e dopo la recente acquisizione di Bioss Srl, con l’obiettivo di rafforzare la community di professionisti nei segmenti Cybersecurity e Embedded.
Nata nel 2020 da un’idea del CEO Francesco Marino e dei co-founder Matteo Roversi e Simone Tornabene, in soli 4 anni Cosmico ha quasi triplicato i finanziamenti iniziali e oggi vanta una community di oltre 16mila professionisti attivi in ambito coding, design, marketing, cybersecurity, data & AI. Se è cresciuta così tanto, e così in fretta, è perché ha saputo intuire con anticipo le evoluzioni in atto nel mondo del lavoro e intercettare bisogni di varia natura, tanto delle aziende quanto dei professionisti freelance. Lo spiega a The Map Report Simone Tornabene, co-founder e responsabile marketing di Cosmico: «Ci sono delle skills che le aziende non possono trovare sul mercato del lavoro tradizionale perché le hanno in pochi. Questi pochi, spesso e volentieri, non vogliono lavorare per una sola azienda, secondo un modello di assunzione tradizionale. D’altro canto, un’azienda potrebbe avere bisogno di queste skills solo per 3 o 6 mesi. In questo caso non ha senso che assuma qualcuno in pianta stabile, ma solo per tutta la durata del progetto. È tra questo tipo di domanda e di offerta che si inserisce Cosmico».

I tre founder di Cosmico: Matteo Roversi, Francesco Marino e Simone Tornabene

Certo, a tirare il vento in poppa è stato anche il tempismo con cui Cosmico ha fatto la sua entrata in scena. La startup è diventata operativa a febbraio del 2020, quando, a causa del Covid, siamo stati tutti costretti dalle circostanze a familiarizzare con il concetto di lavoro da remoto.
«La pandemia è stata un momento terribile nella vita di molti – racconta Simone – ma nella vita di Cosmico è stato un grande colpo di fortuna perché, di fatto, ha digitalizzato il lavoro di tutti. Se prima dell’emergenza Covid-19 avremmo dovuto spiegare cosa significava lavorare da remoto e vincere le relative resistenze culturali, la pandemia ha semplificato questo processo. Oggi, semmai, abbiamo il problema opposto: la resistenza a tornare tutti in ufficio».
L’idea alla base di Cosmico è che a guidare le organizzazioni debba essere il talento, nient’altro, nella convinzione che senza talenti non c’è alcuna possibilità di crescita. Ecco perché la startup definisce il proprio servizio per le aziende “talent as a service”. Quindi, semplificando, possiamo dire che Cosmico mette in connessione le aziende che hanno bisogno di forza lavoro e di certe skills con i professionisti che stanno fuori dalle aziende e che possiedono quelle certe skills.
Ma come funziona esattamente? Ci sono due possibilità, una per chi cerca lavoratori e l’altra per chi cerca lavoro. Per i primi, la piattaforma online di Cosmico mette a disposizione uno spazio di 350 caratteri, con i quali descrivere il progetto per cui hanno bisogno di assumere. Dopo di che, si seleziona il campo specifico (per esempio “coding” o “cybersecurity”), la data di inizio e fine del progetto, il livello di anzianità della figura ricercata e il compenso giornaliero. A quel punto, il software seleziona i professionisti più adatti e li mette in contatto con le aziende.
«Siamo convinti che il modo tradizionale in cui le aziende ricercano talenti fuori non funziona più per varie ragioni», spiega Simone. «Da un lato le nuove generazioni non sono disposte a vendere il loro tempo, che è il paradigma del contratto a tempo indeterminato o del posto fisso. Vogliono qualcosa di diverso. E poi c’è un altro aspetto da considerare, che riguarda le peculiarità di un Paese come l’Italia, dove c’è un numero limitato di giovani e quindi una forza lavoro di ingresso ridotta. Inoltre, gran parte della forza lavoro esistente è ulteriormente negata dal fenomeno tutto italiano dei Neet (Not in Education, Employment or Training, ndr). Per non parlare, poi, di tutte le persone sottratte dall’emigrazione. Mi riferisco a quelle persone che hanno studiato in Italia e che poi sono andate a produrre ricchezza all’estero. In questo contesto è ovvio che le aziende italiane sono sfavorite».

Ad Oggi Cosmico può vantare più di 80 clienti, molti dei quali non hanno bisogno di presentazioni: Huawei, Dude, Akqa, Alkemy, Facile.it, Publicis Sapient, Ogilvy, Hibo e tanti altri. Nella sezione del sito dedicata ai progetti portati a termine, si fanno nomi e cognomi delle persone che si sono rivolte a Cosmico per attirare dei nuovi talenti. Questo perché, come racconta Simone, «il nostro cliente è un manager, una persona che decide di usare questa soluzione. E in qualsiasi azienda, anche in quelle più tradizionaliste, ci sono manager più innovativi. Sono quelli che spingono per le cose nuove, per il cambiamento, sono gli entusiasti per definizione. Da questo punto di vista, i nostri clienti sono tutti uguali. A prescindere dall’organizzazione, si tratta di manager che cercano di alzare l’asticella e di innovare. Ecco perché, secondo me, il tema di aziende tradizionali innovative è una falsa dicotomia. A fare la differenza sono le persone».
Si capisce che le aziende trovano in Cosmico il vantaggio di risolvere un problema in modo veloce ed efficiente, ma anche un’esternalizzazione dei costi. Allo stesso tempo, anche i freelance hanno diversi vantaggi. «Cosmico offre loro l’opportunità di accedere a dei progetti altrimenti irraggiungibili», continua Simone. «È il problema, per esempio, del procurement, che non permette di stipulare contratti separati con 5 freelance, né di gestire, se si tratta un’azienda di grandi dimensioni, un contratto con un soggetto che non è direttamente una Srl. Noi rappresentiamo quella soluzione intermedia che consente al cliente di fare un contratto con un’entità solida e affidabile, potendo dimostrare un fatturato di 4 milioni e mezzo, e che si occupa poi di gestire la complessità amministrativa con i singoli freelance».

Per i freelance che scelgono di collaborare con Cosmico, l’iter da seguire non è così diverso da quello delle organizzazioni, quasi a voler sottolineare, ancora una volta, l’intenzione di sradicare concetti obsoleti di gerarchie e organigrammi, appartenenti a un mondo del lavoro ormai superato. Datore di lavoratore e professionisti si confrontano su uno stesso piano. I freelance si registrano, caricano una presentazione e un curriculum vitae. Solo dopo che il team di Cosmico ha valutato la richiesta e svolto altre valutazioni, vengono inseriti nel database. Il vantaggio è sicuramente quello di avere maggiori tutele sulle tempistiche della retribuzione. Vengono infatti pagati da Cosmico entro 30 giorni, mentre l’azienda che usufruisce del servizio paga a 90 o 120 giorni. Un altro beneficio è quello di poter lavorare da qualsiasi luogo in Italia, partecipando, però, a progetti di alto livello per marchi internazionali.
«Si tratta di un altro aspetto che speriamo possa incentivare una trasformazione del modello tradizionale, che implicava spostarsi fisicamente per andare al lavoro e la cui conseguenza è stata un secolo di emigrazione dal sud del Paese verso il nord, dove, notoriamente, c’è lavoro», sottolinea Simone. «È anche la mia storia: io sono catanese e mi sono laureato a Catania. Quindi il territorio ha investito su di me, che però sono andato a produrre reddito al nord. Facile così dire che “solo il nord produce ricchezza”, no? Il modello di Cosmico permette di lavorare con aziende collocate ovunque in Italia, anche rimanendo al sud, e di ridistribuire la ricchezza in modo più equo sul territorio, senza compromettere la qualità del progetto. In questo modo si osserva un fenomeno opposto a quello che conosciamo: il flusso di denaro che arriva da Milano viene reinvestito al sud, sul territorio locale, in affitti, nell’acquisto di beni e servizi e più in generale nella crescita economica. La maggior parte dei talenti che lavorano con Cosmico vive nel sud Italia. Sono persone che spesso hanno vissuto nel nord per un certo periodo di tempo, ma che poi sono tornate casa, nelle regioni meridionali».
Simone, però, non vive a Catania. «Io vivo a Milano, ma sono felice di stare a Milano. La scelta è mia. Il brutto è quando sei costretto ad andare in un posto perché è lì che si trova il lavoro, quando invece vorresti vivere altrove. Il punto è proprio la libertà di scegliere. La nostra soluzione non è lavorare da casa e basta, dimenticando completamente l’ufficio. Pensiamo che il lavoro in ufficio abbia un senso, ma l’importante è poter scegliere».

Simone Tornabene, co-founder e responsabile marketing di Cosmico

Cosmico applica prima di tutto a sé stessa il modello di trasformazione culturale che auspica di promuovere. Le persone che lavorano da Cosmico per Cosmico possono infatti scegliere di lavorare dove preferiscono e ogni tre mesi si riuniscono dal vivo nello stesso luogo, dove lavorano insieme per una settimana. È un approccio che mira a favorire la creazione di legami interpersonali difficili da instaurare solamente lavorando da remoto. «Il prossimo viaggio è previsto per luglio. Mangeremo, berremo, progetteremo e ci divertiremo insieme per una settimana. Il viaggio per noi sostituisce il vecchio concetto della macchinetta del caffè e, diciamolo, è centomila volte meglio». Un’ultima domanda: ma perché “Cosmico”? «Beh, perché se le aziende si “aprono” al nostro modello, scopriranno un “cosmo” di opportunità “cosmiche”!».
Forse anche l’entusiasmo ha giocato la sua parte nel successo di questa fortunata startup.

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