Nei giorni scorsi le temperature del Mar Adriatico hanno raggiunto un preoccupante picco di 29,9°C, un dato eccezionalmente alto per la media di questo periodo.
Molti esperti esprimono preoccupazione, specie nel caso in cui tali temperature dovessero prolungarsi. A tal proposito, Simona Simoncelli, oceanografa e ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, chiarisce che “l’elemento importante è la lunghezza del periodo in cui l’acqua è ad alte temperature, perché se ci sono organismi abituati a stare in Adriatico a 27°, e poi d’improvviso si trovano a viverci a 30° per 15 giorni, allora le cose cambiano”.
L’aumento delle temperature marine influisce significativamente sulla distribuzione e sull’abbondanza delle specie, portando all’estinzione di alcune e alla proliferazione di altre. Questo squilibrio può avere gravi ripercussioni sulla catena alimentare e sulla salute complessiva degli ecosistemi oceanici. Le acque più calde del mare possono anche intensificare i temporali, rendendoli più forti e pericolosi.

Commentando le temperature anomale del Mediterraneo, Tommaso Torrigiani Malaspina, meteorologo del Consorzio Lamma, spiega che “siamo mezzo grado più freschi dell’Adriatico, ma siamo a valori molto elevati, mediamente molto alti rispetto agli anni passati. Siamo vicini anche noi ai 30 gradi. Temperature in linea con quelle dell’anno scorso ma superiori ai valori tipici. Qualche anno fa si raggiungeva il massimo della temperatura a metà agosto e si raggiungevano i 27 gradi, ora siamo a 30”. Quest’anno, il Mar Mediterraneo sta registrando anomalie senza precedenti, con temperature che potrebbero superare di 4-5 gradi la media stagionale. Il 16 luglio un termometro posizionato su una boa di Dubrovnik-Gorica in Croazia ha registrato temperature superiori ai 30 gradi. Si tratta della temperatura dell’acqua più calda mai registrata in Croazia.