Se l’Italia ha di recente legittimato l’entrata delle associazioni antiabortiste all’interno dei consultori, la Germania dimostra di muoversi nella direzione opposta. La settimana scorsa il Bundestag, il Parlamento tedesco, ha infatti approvato una legge contro le cosiddette “molestie sui marciapiedi” nei confronti delle donne incinte di fronte ai centri medici.
La legge prende di mira comportamenti come ostacolare l’accesso agli edifici, intimorire e cercare di dissuadere dall’aborto messi in atto verso le donne incinte e il personale medico davanti ai consultori e agli studi medici. Azioni di questo tipo saranno punibili con una multa fino a 5.000 euro. La ministra della Famiglia, Lisa Paus (Verdi), ha dichiarato che tale misura rappresenta “un passo importante per rafforzare i diritti delle donne” e ha sottolineato che le donne che si trovano già in situazioni difficili non devono essere ulteriormente intimidite.
Secondo quanto previsto dal disegno di legge sarà vietato ostacolare l’accesso delle donne incinte a questi servizi attraverso intimidazioni, pressioni o disinformazioni.
Il disegno di legge specifica che le nuove regole si applicheranno fino ad un raggio di 100 metri intorno agli ingressi dei consultori e delle cliniche. Una precisazione che intende sottolineare come non debba essere responsabilità delle donne difendersi da sole e farsi strada verso i servizi di consulenza.
La critica alla proposta di legge è arrivata, tra gli altri da Christian Hillgruber, presidente dell’Associazione degli avvocati di Colonia Lebensrecht, un’associazione tedesca pro vita, contraria all’aborto, all’eutanasia e alla fecondazione assistita. Secondo Hillgruber la nuova legge “spinge la libertà di riunione, di espressione e di religione molto indietro rispetto a quanto sia costituzionalmente consentito”. Lebensrecht sostiene che le donne “dovrebbero accettare forme di manifestazione innocue per via del pluralismo delle opinioni”.