Sono operativi da ieri, 4 luglio, i dazi provvisori compensativi sulle importazioni di auto elettriche cinesi imposti dalla Commissioni europea. I tre produttori cinesi inclusi nel campione saranno Byd al 17,4%, Geely al 19,9% e Saic al 37,6%, mentre agli altri produttori che hanno collaborato all’indagine sarà imposto un dazio del 20,8%. I produttori che non hanno collaborato dovranno invece pagare il dazio più significativo: il 37,6%.
I dazi provvisori dovranno essere confermati entro la fine di ottobre con una decisione da parte degli Stati membri e resteranno in vigore per 5 anni. Rispetto alle aliquote annunciate il 12 giugno, la Commissione europea ha leggermente ridotto i dazi provvisori dopo aver consultato le società cinesi. Le misure sono ancora provvisorie e il regolamento è stato inviato alle capitali europee, che avranno 14 giorni per esprimersi con un voto a maggioranza semplice, non vincolante secondo la procedura consultiva. Seguirà un periodo di commenti sul regolamento provvisorio, che porterà la Commissione europea a prendere una decisione definitiva entro quattro mesi, ossia entro la fine di ottobre. Se necessario, saranno imposti dazi compensativi definitivi che dovranno essere confermati dai governi. Bruxelles ha specificato in una nota che Tesla, produttore in Cina, potrebbe ricevere un’aliquota di dazio calcolata individualmente nella fase definitiva. Inoltre, sono stati avviati colloqui con le autorità cinesi per trovare una “soluzione concordata”.
L’indagine anti-sussidi sui veicoli elettrici cinesi, avviata dalla Commissione europea il 4 ottobre, si concluderà entro un massimo di 13 mesi. Dall’indagine preliminare, Bruxelles ha constatato che “l’intera catena del valore dei veicoli elettrici a batteria beneficia pesantemente di sussidi ingiusti in Cina e che l’afflusso di importazioni cinesi sovvenzionate a prezzi artificialmente bassi rappresenta una minaccia prevedibile e imminente per l’industria dell’UE”.
Bruxelles stima che, nel contesto della transizione dai veicoli con motore a combustione interna a quelli elettrici, la quota di mercato dell’industria europea sia diminuita dal 68,9% nel 2020 al 59,9% nel periodo tra ottobre 2022 e settembre 2023, mentre quella cinese è cresciuta dal 3,9% al 25%. La Commissione europea avverte che la crescente presenza dei veicoli elettrici cinesi potrebbe frenare lo sviluppo dell’industria europea, causando la perdita di 2,5 milioni di posti di lavoro diretti e 10,3 milioni di posti di lavoro indiretti senza interventi da parte dell’UE.
Intervenendo a Pechino, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso si augura che venga trovata una soluzione negoziale “perché i dazi sono solo uno strumento ma la soluzione è cosa diversa”. Secondo Urso una soluzione andrebbe trovata “all’interno dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) perché noi siamo per un mercato libero ma equo” e ha osservato che i dazi “sono talvolta lo strumento necessario per ripristinare le condizioni di mercato che evidentemente sono state accertate come violate”.