In un comunicato congiunto, WWF Italia, Greenpeace Italia, Legambiente, Kyoto Club e Transport & Environment criticano il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) recentemente pubblicato dall’Italia.
Il PNIEC è un documento strategico elaborato dal governo che definisce gli obiettivi e le azioni da intraprendere per la transizione verso un sistema energetico sostenibile. Si inserisce nel quadro degli obiettivi più ampi del Green Deal Europeo. “Mentre molti Paesi europei hanno comunicato un lieve ritardo nella consegna del PNIEC per consentire la conclusione dei procedimenti partecipativi ancora in corso, l’Italia consegna tempestivamente un PNIEC irrazionale, non partecipato e che già sappiamo non raggiungerà gli obiettivi al 2030 (e neanche oltre). Questo dopo ben un anno e mezzo di lavoro”, scrivono le associazioni.
“Il PNIEC Italiano rallenterà ancora di più il processo di transizione, con inutili investimenti pubblici in tecnologie irrealizzabili, costose, che pongono gravi problemi ambientali”, aggiungono. Uno dei punti più controversi del PNIEC, secondo le associazioni, è l’inclusione del nucleare. Il piano prevede l’utilizzo della fissione nucleare dal 2035 e della fusione nucleare intorno al 2050, con una copertura prevista tra l’11% e il 22% del fabbisogno energetico. Tale inserimento, “rende questo PNIEC, che si proponeva di essere più concreto e realistico, totalmente irrazionale. L’operazione vera è mantenere lo status quo perché qualsiasi apertura alle tecnologie nucleari fissili, che in realtà nulla hanno di nuovo (ad iniziare dai fallimentari Small modular reactor), dopo che in Italia ben due referendum si sono espressi in senso contrario, avrebbe comunque tempi ben più lunghi di quelli dettati dalla traiettoria della transizione. Il tentativo di riproporre il nucleare, insomma, appare totalmente non in linea con una strategia di rapida decarbonizzazione, senza voler considerare i rilevanti rischi ambientali connessi e la bassissima accettabilità sociale”.
Il PNIEC prevede un obiettivo di 79,2 GW di potenza da fonti rinnovabili. Specificamente, il piano mira a ottenere 27,5 GW da solare, 28,1 GW da eolico, 19,4 GW da idroelettrico, 3,2 GW da bioenergie e 1 GW da geotermia. “Perdendo complessivamente almeno 10 GW di nuova potenza che, invece, potrebbero far raggiungere al nostro Paese i numeri necessari al 2030 e che non prende in considerazione il potenziale già espresso nel nostro Paese con oltre 1.300 progetti ancora in attesa di valutazione. Attendiamo, inoltre, il documento finale per avere maggiori informazioni in tema di efficienza energetica, tema delicato e fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi climatici, ma anche in termini di qualità della vita e lotta alla povertà energetica”, scrivono ancora le associazioni.
“In conclusione, il mancato rispetto dei target previsti dalla normativa europea (come nel caso dei target Effort Sharing), la violazione di tutte le procedure partecipative che richiedevano il coinvolgimento effettivo della società civile e degli stakeholder, l’assenza di una procedura di valutazione ambientale strategica, avviata e mai più conclusa a seguito del Parere di Scoping che richiedeva maggiori approfondimenti e l’investimento di risorse pubbliche in progetti inutili e dannosi per l’ambiente e la salute, costituiscono solo alcune delle violazioni sostanziali e procedimentali del PNIEC che le associazioni ambientaliste si trovano nuovamente a denunciare. Ci auguriamo che questa volta qualcuno presti ascolto”.