ARPA Piemonte ha effettuato controlli ambientali che hanno portato la Provincia di Alessandria a prendere provvedimenti per il mancato rispetto dei limiti delle emissioni di PFAS dell’azienda Solvay (oggi Syensqo). È stato deciso di imporre un fermo di 30 giorni allo stabilimento chimico.
Il 17 maggio, ARPA Piemonte è infatti intervenuta a seguito del rilevamento di schiume nel fiume Bormida vicino allo scarico del polo chimico di Spinetta Marengo una frazione del comune di Alessandria. Le analisi dei campioni prelevati hanno confermato non conformità nei livelli di cC6O4 rispetto ai limiti dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Sono stati trovati vari composti PFAS, tra cui ADV e PFOA, in un campione di schiuma.
Di conseguenza, sono state emesse due diffide nei confronti della ex Solvay, che intimano all’azienda di rispettare i limiti di scarico di queste sostanze chimiche pericolose per la salute e per l’ambiente. Già nel 2007, Solvay era stata individuata come la principale fonte di PFAS nel bacino del fiume Po.
Inoltre, Greenpeace Italia, che ormai da diversi anni lavora per creare consapevolezza sui rischi connessi alla contaminazione da PFAS e per chiedere al governo di proibire queste sostanze, comunica che le ultime ricerche dell’associazione ad Alessandria “hanno rilevato tracce di cC6O4, una molecola prodotta esclusivamente nello stabilimento alessandrino, nelle acque potabili di Torino, della Val di Susa e in alcuni comuni della Provincia di Sondrio”.
Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, ha accolto con favore il provvedimento: “Dopo anni di silenzi e inquinamento, finalmente gli enti pubblici adottano un primo provvedimento per tutelare l’ambiente e la salute umana dalla produzione di PFAS da parte di Solvay”.