Sono ormai noti i risultati delle elezioni europee. L’Italia invierà a Strasburgo 76 europarlamentari. In testa alle preferenze si conferma il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, con un risultato vicino al 29%. Segue, immediatamente dopo, il Partito Democratico di Elly Schlein, che si attesta intorno al 25%. Mentre Forza Italia raggiunge il 10%, la Lega arriva all’8%. L’Alleanza Verdi e Sinistra supera la soglia di sbarramento con il 6% dei voti così come il Movimento 5 Stelle, che passa con l’8%. In generale, preoccupa il dato relativo all’astensione, solo il 49,7% degli aventi diritto si è recato alle urne. Si tratta del dato più basso nella storia della Repubblica. Le destre avanzano in Austria, in Germania e anche in Francia, dove il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron, di fronte alla schiacciante vittoria del partito di Marine Le Pen, Rassemblement National, ha sciolto il Parlamento e convocato le elezioni legislative anticipate. Sebbene le destre abbiano ottenuto buoni risultati in diverse nazioni, non riusciranno a conquistare la maggioranza nel Parlamento Europeo, che con ogni probabilità manterrà l’attuale coalizione di maggioranza.
Davanti ai risultati definitivi delle elezioni europee, riteniamo utile condividere i risultati del monitoraggio delle dichiarazioni dei principali leader politici italiani sul clima dal 1° al 14 maggio, condotto dall’Università di Pavia per Greenpeace Italia. Lo studio ha esaminato le dichiarazioni rilasciate alle edizioni serali dei telegiornali delle reti Rai, Mediaset e La7, ai principali talk show politici e programmi televisivi di approfondimento e quelle condivise nei post su Facebook. I risultati hanno mostrato che nella fase iniziale della campagna elettorale il tema del clima è risultato essere il grande assente nel dibattito politico. Solo nell’8% delle dichiarazioni dei principali leader politici italiani è stato fatto almeno un accenno alla crisi climatica.
I politici esaminati sono 11: Bonelli, Calenda, Conte, Fratoianni , Magi, Meloni, Pichetto Fratin, Renzi, Salvini, Schlein, Tajani. Tra questi i quattro che più parlano di ambiente in relazione al numero di dichiarazioni sono Pichetto Fratin, Bonelli, Magi e Salvini. Il leader della Lega si distingue per una marcata ostilità nei confronti delle iniziative per il clima, insistendo frequentemente su ipotetici effetti negativi della transizione ecologica sull’industria e sul presunto svantaggio competitivo rispetto ad altre nazioni. Si escludono dal dibattito su clima e ambiente le due principali protagoniste della campagna elettorale, Schlein con il 7,8% delle dichiarazioni e Meloni con appena il 3,4%.

“In generale – scrive Greenpeace – emerge che nella maggior parte dei casi i rappresentanti del governo mettono spesso in discussione le politiche del Green Deal europeo e rivendicano una ‘via italiana’ alla transizione ecologica, caratterizzata da resistenze spesso pretestuose alla transizione energetica”.
Il monitoraggio evidenzia come i temi degli interventi dei leader, focalizzati o meno sulle elezioni europee, sono quasi esclusivamente determinati dalla scaletta delle trasmissioni d’informazione e dall’agenda dei TG. “Lo spazio dedicato a temi dell’ambiente, del riscaldamento globale e della transizione ecologica risulta quasi nullo”, continua Greenpeace. “Quanto ancora dovremo aspettare per un’informazione sulla crisi climatica completa, veritiera e indipendente?”