La Commissione europea ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia (primo passo verso l’apertura di una procedura di infrazione), in merito all’erroneo recepimento della direttiva SUP (Single Use Plastic). A partire da ora, l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere e adottare misure correttive per risolvere la situazione. Se non risponderà in modo soddisfacente entro il periodo specificato, la Commissione può procedere con ulteriori azioni, come l’emissione di un parere motivato e, in ultima istanza, il deferimento della questione alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Ma cosa è successo esattamente? Stando a quanto comunicato della Commissione europea, “l’Italia non ha trasposto, o non ha trasposto correttamente, diverse disposizioni della Direttiva sui prodotti di plastica monouso nella legislazione nazionale, il che ne influenza l’ambito e l’applicazione”. Ma non è tutto qui. C’è anche un’altra questione che riguarda la trasparenza nel mercato interno. “L’Italia ha violato le regole procedurali stabilite dalla direttiva – continua la Commissione – adottando la normativa di recepimento della direttiva sulla plastica monouso durante il periodo di standstill, mentre il dialogo con la Commissione era ancora in corso. La Commissione ha quindi inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia, che ha ora due mesi di tempo per rispondere e colmare le lacune sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrebbe decidere di emettere un parere motivato”.
Certo, non si può dire che l’atto di notifica da parte dell’Unione europea sia avvenuto inaspettatamente. La direttiva europea sulla plastica monouso è stata approvata cinque anni fa e il governo italiano l’ha recepita con il Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 196. Già da allora diverse associazioni, tra cui Greenpeace, paventavano il rischio di una procedura di infrazione, sottolineando l’approccio inadeguato del governo italiano, concentrato sulla sostituzione della plastica tradizionale con plastica compostabile, piuttosto che su azioni di prevenzione, come eliminazione o riutilizzo. In Italia, per esempio, è permesso l’utilizzo di articoli monouso in plastica compostabile in alternativa agli articoli monouso in plastica per i quali la SUP prevede il divieto di immissione sul mercato. “Non stiamo andando nella giusta direzione, in Italia, per risolvere il problema della plastica. Se il recepimento della direttiva europea sulle plastiche monouso (SUP) avvenisse secondo i criteri attualmente previsti nella legge di delegazione europea 2019-2020, rischiamo di violare le indicazioni comunitarie”, avvertiva Greenpeace ad aprile 2021.