Il Lancet Countdown, consorzio internazionale di ricerca che monitora l’impatto del cambiamento climatico sulla salute umana, ha di recente pubblicato su The Lancet Pubblic Health, una delle più autorevoli riviste scientifiche del mondo, il suo ultimo rapporto dedicato al continente europeo.
Il rapporto avverte che le temperature in Europa si stanno riscaldando al doppio della velocità della media globale, minacciando la salute delle popolazioni in tutto il continente. Negli ultimi trent’anni, dal 1990 al 2022, c’è stato un incremento del 9% nei decessi causati dal caldo. Questa percentuale sale all’11% nell’Europa meridionale. Nello stesso arco temporale, nel sud Europa il numero di giornate caratterizzate da caldo estremo è cresciuto del 41%, il che indica una tendenza all’aggravamento delle condizioni climatiche.
Ma non è solo il caldo a rappresentare una minaccia per la salute pubblica. Nel 2021, quasi 60 milioni di persone hanno sofferto di insicurezza alimentare moderata o grave in Europa. Di questi, 11,9 milioni possono essere attribuiti a un numero maggiore di giorni di ondate di calore e mesi di siccità, rispetto alla media durante il periodo 1981-2010. A risentirne è anche l’economia. “Nel 2022, le perdite economiche dovute agli eventi meteorologici estremi sono state stimate a €18,7 miliardi”, si legge nel report. “Queste perdite rappresentavano lo 0,08% del PIL dell’Europa, e il 44,2% (€8,2 miliardi) non era coperto da assicurazione”.
Secondo il rapporto Lancet, i governi europei stanno fallendo nel proteggere i propri cittadini dagli impatti del cambiamento climatico. Continuando a sussidiare i combustibili fossili, stanno alimentando direttamente le emissioni nocive che aggravano il problema. Nel 2021, le emissioni di CO2 pro capite derivanti dall’uso di combustibili fossili sono state sei volte superiori a quelle dell’Africa e quasi tre volte superiori a quelle dell’America centrale e meridionale per persona.
Per questo, i ricercatori chiedono azioni urgenti. Il cambiamento climatico non è solo una minaccia per la salute, ma sta anche ampliando le disuguaglianze sociali ed economiche. Il livello di impatto della crisi climatica sulla salute dipende infatti dai livelli di sviluppo socio-economico e dalle disuguaglianze preesistenti in ciascun paese.
“Per adempiere alle raccomandazioni del più recente rapporto del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, che mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2040, l’Europa dovrebbe ridurre le emissioni dei suoi sistemi energetici tre volte più velocemente rispetto al tasso attuale”, scrivono i ricercatori.