Nonostante la presidenza dell’Ue confermi che si tratta di una priorità, la legge sul ripristino della natura che attende l’approvazione del Consiglio incontra una nuova situazione di stallo.
L’Ungheria avrebbe fatto retromarcia e sembra che al momento non ci sia più una maggioranza qualificata a sostegno della legge Ue.
Venerdì scorso i ministri europei avrebbero dovuto convalidare l’accordo con l’Eurocamera sul Nature Restoration Law, ma, preso atto dell’assenza di una maggioranza qualificata a sostegno dell’intesa, il ministro belga dell’ambiente e presidente di turno dell’Ue, Alain Maron, ha deciso di non mettere il punto in agenda.
Immediata la reazione del Wwf che ha espresso “grande preoccupazione il rinvio del voto”. Secondo l’organizzazione ambientalista occorre arrivare all’approvazione il più presto possibile “affinché gli ecosistemi naturali possano garantire aria, acqua e suoli sani alle nostre e alle future generazioni”.
Il Wwf ha quindi presentato un appello rivolto in primis al Governo italiano per chiedere che riveda la sua posizione e si adoperi affinché il Consiglio dell’UE faccia proprie le indicazioni dell’Europarlamento, degli scienziati e della società civile. L’appello è già stato firmato da 147 scienziati e naturalisti e ora richiede anche la firma dei cittadini per non poter passare inosservato.
“Questa normativa, discussa a lungo e concordata con i governi dell’Ue, oggi è arrivata alla sua formulazione ultima che fissa l’obiettivo di ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050 – precisa il Wwf -. Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, ora è fondamentale che il Consiglio confermi l’impegno a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’Ue, a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare. In gioco non c’è solo il recupero di ambienti naturali come foreste, fiumi e habitat marini: in gioco ci sono la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, la difesa da inondazioni, incendi e desertificazione, la qualità dell’acqua e dell’aria. In altre parole, in gioco c’è la anche la sicurezza di tutti i cittadini europei. Per questo è preoccupante lo stallo in cui si trova ora il Consiglio dell’Unione Europea dopo il mancato raggiungimento della maggioranza qualificata degli Stati Membri, necessaria per adottare la NRL che rappresenta l’atto legislativo più significativo in materia di natura nell’Unione europea dagli anni ’90. Un accordo sulla NRL era già stato raggiunto a novembre e approvato dagli ambasciatori degli Stati membri. Il voto del Consiglio, previsto per lunedì 25 marzo, doveva essere una mera formalità. Ma nonostante l’ampio sostegno dei cittadini, del Parlamento europeo, degli scienziati, delle imprese e di 19 Stati membri, la NRL è tenuta in ostaggio da manovre politiche dell’ultimo minuto. L’inaspettata giravolta dell’Ungheria, a cui si sono associati i voti contrari e le astensioni di Italia, Svezia, Polonia, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio e Austria hanno messo nuovamente a rischio la NRL”.
Infine il Wwf ricorda che è in gioco la stessa credibilità dell’UE: “la mancata attuazione della NRL, non solo mina l’impegno europeo per la protezione dell’ambiente, ma mette anche a rischio i processi decisionali dell’Unione europea su altri dossier cruciali, tra cui il raggiungimento dei suoi ambiziosi obiettivi climatici e la sua capacità di affrontare i sempre più frequenti disastri climatici”.