Negli Stati Uniti i produttori di imballaggi alimentari non sono più autorizzati a utilizzare PFAS, cioè le sostanze per – e polifluoroalchiliche. Queste sostanze, di cui si fa largo uso per via delle loro proprietà idrorepellenti e antigraffio, sono associate all’insorgenza di problemi quali alterazioni del sistema immunitario, danni al fegato e alla fertilità, obesità, diabete e alcuni tipi di cancro. Alcuni tipi di PFAS sono presenti negli involucri per fast food, nei sacchetti per popcorn da microonde, ne contenitori di cartone per il cibo da asporto, nei sacchetti degli alimenti per gli animali domestici, così come ad altri tipi simili di imballaggi.
A dare l’annuncio dello stop è la FDA (Food and Drug Administration), l’agenzia governativa statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici e che nel 2020 ha chiuso degli accordi con alcuni produttori statunitensi, affinché si impegnassero volontariamente ad eliminare queste sostanze dai loro prodotti. L’agenzia ha precisato che potrebbero essere necessari fino a 18 mesi a partire dall’ultima data di vendita per eliminare completamente dal mercato i prodotti in carta e cartone contenenti PFAS. Ha inoltre comunicato di essere al lavoro per mettere a punto “un metodo analitico convalidato” che consentirà di monitorare la presenza di queste sostanze nel mercato degli imballaggi alimentari.
ACC (American Chemistry Council) ha dichiarato in una nota che “i PFAS sono un universo diversificato di chimiche che sono cruciali per molte famiglie di prodotti su cui ci si affida ogni giorno, inclusi semiconduttori ed elettronica, batterie avanzate, applicazioni sanitarie moderne ed energia rinnovabile. Tutti i PFAS non sono uguali. Le singole chimiche hanno proprietà fisiche, chimiche e tossicologiche diverse, nonché utilizzi differenti”.