Con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astenuti, il Parlamento europeo ha approvato la Nature Restoration Law, che mira a ripristinare il 90% degli ecosistemi naturali presenti sul territorio dell’Unione europea entro il 2050. Ora che ha ottenuto il via libera del Parlamento, il testo deve essere adottato anche dal Consiglio, prima di essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE e diventare effettivo dopo 20 giorni. La legge, che ha fatto il suo primo ingresso alla Commissione europea il 22 giugno del 2022, fissa degli ambiziosi obiettivi per tutti gli Stati membri, obbligandoli a ripristinare, entro il 2030, almeno il 30% degli habitat naturali, tra foreste, praterie, zone umide fino a fiumi, laghi e letti di corallo. Questa percentuale deve aumentare al 60% entro il 2040 e raggiungere, infine, il 90% entro il 2050.
Gli Stati membri dovranno adottare piani nazionali di ripristino dettagliando come intendono raggiungere questi obiettivi. Nel programmare gli interventi dovrebbero dare priorità alle aree Natura 2000, quei siti istituiti per conservare la biodiversità e proteggere habitat e specie animali e vegetali di interesse comunitario. Un esempio in Italia è il Parco Nazionale del Circeo, che protegge habitat costieri e specie animali come il falco pellegrino e il gabbiano reale. Una volta ripristinati gli habitat, ogni Stato è obbligato a garantirne il buon mantenimento e impedire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo.
Per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, la legge prevede che ciascun Paese faccia progressi in due di questi tre indicatori: l’indice delle farfalle comuni; la percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità; la quantità di carbonio organico stoccato nel suolo minerale agricolo. Tutti i Paesi sono anche tenuti ad adottare misure per migliorare l’indice dell’avifauna comune, dato che gli uccelli sono un buon indicatore dello stato di salute generale della biodiversità. Poiché le torbiere sono una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo, i paesi dell’UE dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030 (almeno un quarto dovrà essere riumidificato), il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050 (con almeno un terzo riumidificato). La riumidificazione continuerà a essere volontaria per agricoltori e proprietari terrieri privati.
La legge prevede anche una misura di emergenza che consente di sospendere gli obiettivi per gli ecosistemi agricoli se, in circostanze eccezionali, la loro realizzazione comporta una riduzione significativa del terreno disponibile per produrre cibo a sufficienza per il consumo dell’Unione europea.
Stabilisce poi la necessità di registrare un trend positivo in diversi indicatori negli ecosistemi forestali e di piantare altri tre miliardi di alberi. Gli Stati membri devono altresì lavorare al ripristino di almeno 25.000 chilometri di fiumi affinché diventino fiumi a flusso libero (devono cioè assicurarsi che non vi sia alcuna perdita netta nell’area complessiva dei parchi urbani e nella copertura arborea delle aree urbane).
“Oggi è un giorno importante per l’Europa, poiché passiamo dalla protezione e conservazione della natura al suo ripristino”, ha dichiarato subito dopo il voto il relatore César Luena (S&D, ES), ha dichiarato. “La nuova legge ci aiuterà anche a rispettare molti dei nostri impegni ambientali internazionali. Il regolamento ripristinerà gli ecosistemi degradati, rispettando nel contempo il settore agricolo grazia alla flessibilità concessa agli Stati membri. Vorrei ringraziare gli scienziati per aver fornito prove scientifiche e per aver combattuto la negazione del clima e i giovani per averci ricordato che non c’è un pianeta B, né un piano B.”