Chiamati alle urne dal Comune per votare sulla proposta di triplicare le tariffe di parcheggio per i veicoli considerati “pesanti, inquinanti ed ingombranti” (come definiti nella scheda), il 54,55% dei cittadini di Parigi domenica scorsa ha favorevolmente accolto la proposta “anti Suv”.
Promosso dalla sindaca Anne Hidalgo, il piano riguarda Suv e 4×4, veicoli di peso superiore a 1,6 tonnellate, con motore termico o ibrido, e tutti quelli più pesanti di 2 tonnellate, veicoli elettrici inclusi.
Se approvate dal Consiglio di Parigi a maggio, le nuove tariffe partirebbero dal prossimo settembre, con un costo di 18 euro all’ora nei quartieri centrali (dal 1° all’11° arrondissement) della capitale e di 12 euro in periferia (dal 12° al 20° arrondissement).
La campagna (“Più o meno SUV in città?”), le modalità del referendum e la formulazione del quesito sono state oggetto di critiche nei giorni scorsi e anche ieri, durante la giornata di votazione.
I più critici hanno attaccato l’iniziativa, considerandola un’altra “crociata contro le automobili” promossa dalla sindaca Anne Hidalgo, la quale definisce invece la misura “una forma di giustizia sociale”.
Particolarmente contestata è stata la formulazione del quesito referendario, che richiedeva di votare “sì” per opporsi ai SUV e “no” se si era favorevoli.
Critiche e ironie sono state indirizzate anche alla decisione di circoscrivere la misura ai soli Suv dei “visitatori” della capitale francese e non ai residenti parigini.
Ma soprattutto ha fatto discutere la scarsa partecipazione al referendum (soltanto il 5,68% degli aventi diritto), spingendo alcune associazioni come la Lega per la difesa degli automobilisti ad avanzare ricorsi per l’annullamento del voto.