Con la firma del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il MASE ha appena dato via libera allo stanziamento di 502 milioni di euro per promuovere, nel triennio 2024-2026, “la ricerca e lo sviluppo di tecnologie energetiche innovative a zero emissioni di carbonio”. Il decreto fissa le linee di attività e le modalità attuative del programma internazionale lanciato nel 2015 con l’Accordo di Parigi “Mission Innovation”, a cui l’Italia aderisce insieme ad altri 24 Paesi.
“Il nostro impegno per sostenere la transizione energetica del Paese – ha dichiarato Pichetto -, si rafforza ulteriormente con un consistente aumento di risorse pubbliche dedicate al sostegno della ricerca e dell’innovazione di tecnologie pulite per contenere le emissioni climalteranti. Andiamo avanti su questa strada con convinzione e pragmatismo per arrivare con ancora maggiore determinazione al negoziato della Cop28 di Dubai”.
Il MASE fa sapere che i 502 milioni di euro dello stanziamento sono ripartiti su una serie di linee d’azione:
182 milioni di euro assegnati alle rinnovabili, alle tecnologie di rete elettriche e allo stoccaggio dell’energia con l’obiettivo di integrare efficacemente le energie rinnovabili intermittenti, come l’eolico e il solare, nel mix di generazione, mantenendo i sistemi stessi economicamente efficienti, sicuri e resilienti;
118 milioni all’idrogeno rinnovabile, per aumentarne la competitività economica e l’uso in sicurezza attraverso il sostegno alle attività di ricerca, sperimentazione e realizzazione di prototipi industriali;
135 milioni sono dedicati al settore nucleare, per la realizzazione di attività di ricerca e sperimentazione sui piccoli reattori modulari di terza e quarta generazione nel breve-medio periodo e sulle tecnologie di fusione per il lungo periodo. In questo ambito una quota delle risorse sarà utilizzata specificatamente per attività di formazione, con l’obiettivo di rafforzare le competenze professionali, tecniche e specialistiche in questo settore;
36 milioni a progetti trasversali che coinvolgono ambiti comuni quali materie prime critiche e materiali avanzati, elettrolizzatori, bioidrogeno, biocarburanti e integrazioni con le reti;
11 milioni andranno invece ai progetti internazionali finalizzati a garantire la cooperazione industriale e la collaborazione con le principali istituzioni del settore energetico.
Per l’attuazione del programma “Mission Innovation” è prevista la pubblicazione di specifici bandi di gara rivolti agli organismi di ricerca e alle imprese, prevedendo per l’area nucleare la stipula di uno specifico accordo di programma tra ENEA e MASE.
Non mancano le prime reazioni scettiche, soprattutto in riferimento alla decisione di dedicare 135 milioni al settore nucleare, arrivata pochi giorni dopo il fallimento del progetto Usa sui mini-reattori nucleari modulari SMR. “Con i nuovi reattori un po’ più piccoli cambierebbe tutto? L’abbiamo sentito ripetere ad ogni cambio di reattori a fissione – commenta Edo Ronchi, già ministro dell’Ambiente e attuale presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile –. In Italia, dopo 13 anni dal decreto legislativo che lo ha deciso, non è stato localizzato un deposito per i rifiuti radioattivo. Quando sento parlare della costruzione in Italia di una decina di centrali nucleari ho l’impressione di discorsi astratti fatti da chi, invece di affrontare le scelte urgenti nel campo dell’energia da decarbonizzare che devono essere operative in pochi anni, perda tempo e sprechi soldi per sue nostalgie, comunque fuori tempo”.