Le democrazie di tutto il mondo non versano in ottime condizioni di salute. È quanto emerge dalla quinta edizione del rapporto sullo Stato Globale della Democrazia, redatto dall’Istituto internazionale per la democrazia e l’assistenza elettorale (IDEA), che esamina l’andamento della democrazia in tutte le regioni del mondo. I dati più recenti rivelano che quasi la metà dei paesi esaminati ha subito un declino democratico in almeno un aspetto chiave negli ultimi cinque anni.
Sebbene l’Europa rimanga il continente con le prestazioni più solide, il rapporto evidenzia un preoccupante deterioramento in alcuni dei paesi a lungo considerati tra i migliori della regione, tra cui Austria, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito. Il rapporto sottolinea inoltre che nonostante le difficoltà in Ungheria e in Polonia, l’Europa centrale ha rappresentato il cuore della crescita democratica, distinguendosi come la seconda sotto regione con le prestazioni migliori per lo Stato di Diritto.
In linea generale, nel mondo, le basi della democrazia sembrano essere sotto pressione e presentare problemi nella credibilità dei processi elettorali, nell’equilibrio tra i poteri legislativo ed esecutivo e nell’accesso equo alle istituzioni di giustizia. Le libertà fondamentali, come la libertà di espressione e di stampa, sono in calo in tutto il mondo, toccando regioni e paesi con performance democratiche variabili.
Stando a quanto scritto nel rapporto, il 2023 si conferma il sesto anno consecutivo in cui i Paesi con declini democratici superano quelli che hanno compiuto dei progressi. Ciò nonostante, viene registrata una buona tenuta di quelle che il report definisce “istituzioni contrapposte”, un insieme di enti governativi e non governativi che agiscono per bilanciare il potere tra i rami del governo e garantire la partecipazione popolare nelle decisioni. Queste istituzioni, che vanno oltre i tradizionali “controlli e bilanci”, comprendono organizzazioni della società civile, commissioni anticorruzione e organi etici e, se agiscono indipendentemente e congiuntamente, sono in grado di rafforzare le democrazie.
Il rapporto sottolinea come in diverse occasioni queste istituzioni siano intervenute per colmare il vuoto lasciato dalle istituzioni governative. È quanto accaduto, per esempio, in Ecuador, dove la scorsa state un’alleanza tra società civile, esperti, tribunali e elettori ha portato al divieto di nuovi pozzi petroliferi nell’Amazzonia attraverso un referendum.
Altri esempi positivi provengono dall’India, dalla Spagna, dal Messico e dal Portogallo, dove la collaborazione tra società civile, parlamenti e media ha contribuito ad avanzamenti significativi nei diritti di uguaglianza di genere e sessuale.
“Gli ingranaggi della democrazia continuano a girare, anche se potrebbe essere che il centro della macchina democratica si stia spostando lontano dalle istituzioni centrali tradizionali della rappresentanza verso altri organi, organizzazioni e movimenti”, si legge nella parte conclusiva del report.
“La partecipazione pubblica è in crescita, alimentata dal lavoro della società civile nel mobilitare le persone e rappresentare le loro preoccupazioni attraverso campagne di sensibilizzazione e cause legali di interesse pubblico”.