La disabilità nei luoghi di lavoro non è più vissuta solo come un obbligo di legge e un dovere sociale ma, adottando gli accorgimenti e gli strumenti adeguati, può oggi rivelarsi un’occasione di crescita organizzativa per le imprese italiane.
È uno dei punti principali che emergono dalla ricerca “Persone con disabilità e lavoro: oltre le barriere – Dati e storie di inclusione lavorativa in Italia” promossa da Fondazione Italiana Accenture ETS insieme ad Accenture, in partnership con SDA Bocconi School of Management e in collaborazione con Politecnico di Milano, Tiresia, Fondazione Politecnico di Milano e Free Thinking, presentata a Napoli, dopo le tappe di Roma e Milano.
Secondo i dati del Ministero del Lavoro, prima della pandemia l’inserimento delle persone disabili era in lento ma graduale miglioramento. Questa situazione in evoluzione ha reso necessario avviare una riflessione sul modo in cui la disabilità viene oggi percepita dalle imprese nel nostro territorio.
La ricerca promossa da Fondazione Italiana Accenture ETS, da sempre in prima linea sui temi dell’occupazione di persone in condizioni di fragilità, nasce proprio con l’intento di far luce sullo stato attuale dell’inclusione lavorativa in Italia delle persone disabili e si interroga sulla posizione delle imprese italiane rispetto al loro inserimento e quali difficoltà stanno riscontrando.
Attraverso un’indagine quantitativa su 100 aziende italiane coinvolte, un’analisi qualitativa di tre casi aziendali (Google Italia, E-Work, IntesaSanpaolo) e una disamina delle buone pratiche di collaborazione imprese-Enti del terzo settore, la ricerca ha tracciato un quadro aggiornato e multidimensionale del fenomeno, caratterizzato da luci e ombre.
La principale evidenza è il cambio d’opinione nei confronti della disabilità in azienda, spinto dalla prevalenza dei vantaggi percepiti rispetto alle difficoltà: benché persista il concetto di inclusione come obbligo di legge e dovere sociale, la disabilità non è più vissuta come un problema ma, con gli strumenti adeguati, può rivelarsi un’occasione di crescita aziendale e di vantaggio competitivo.
Dai dati raccolti risulta che il 76% delle aziende ha già adottato politiche di gestione della diversità non previste dalla legge, mentre il 22% dichiara di avere in programma di adottarle.
Inoltre, le testimonianze hanno evidenziato che quando l’inserimento risulta efficace, le imprese e le persone ne beneficiano in termini di maggiore produttività, arricchimento aziendale, miglioramento del clima aziendale e della reputazione.
Non mancano, tuttavia, alcuni ostacoli che rendono l’inserimento più difficoltoso e che attengono prevalentemente a strumenti e spazi inadeguati e a bias culturali, il cui superamento ha inizio con un’azione di sensibilizzazione al fenomeno e di preparazione all’accoglienza nei luoghi di lavoro.
“Superare le barriere e favorire l’inclusione lavorativa delle persone disabili è una delle mission che Fondazione Italiana Accenture ETS si è data fin dalla sua nascita”, spiega Simona Torre, Direttore Generale Fondazione Italiana Accenture ETS. “Con questa ricerca intendiamo accendere i riflettori su un fenomeno di grande attualità e fornire uno sguardo integrato della disabilità nei luoghi di lavoro, con l’obiettivo di sensibilizzare le imprese e generare un impatto positivo sull’occupabilità di persone disabili”.
La ricerca, commenta Alberto Lapi, Accenture HR Employee Relations, è “anche il tentativo di fornire uno sguardo ‘integrato’ su di una fetta di mondo del lavoro particolarmente complessa, composta di persone, istituzioni pubbliche, aziende, ‘terzo settore’ (‘privato-sociale’), associazioni di genitori, associazioni di volontari (‘privato-privato’), associazioni composte da chi vive un tipo specifico di disabilità, scuola pubblica e privata. Tanti stakeholders che, a volte, non comunicano tra loro. Questa frammentazione non è il risultato di cattiva volontà ma di difficoltà – in tanti casi – oggettive (limitazioni normative, assenza di momenti di confronto organizzati, …) su cui occorrerà lavorare”.