Grossolanamente lo si potrebbe descrivere come un grande idromassaggio che aiuta a proteggere i delfini dal rumore subacqueo causato dalla costruzione dei parchi eolici offshore.
Si chiama “big bubble curtain”, letteralmente “grande cortina di bolle” ed è una singolare invenzione che è stata sviluppata in Germania allo scopo di proteggere il delfino comune, l’unica specie di cetaceo che abita il Mare del Nord e il Mar Baltico.
Si tratta di un tubo molto grande e traforato, che viene posato su un fondale marino, circondando il sito dove si trovano le turbine eoliche offshore. Attraverso questo tubo gigante viene pompata dell’aria che fa emergere delle bolle, che dai fori arrivano fino alla superficie dell’acqua. Tali bolle formano una sorta di barriera che non si lascia attraversare dal rumore, uno dei problemi più dannosi per le specie marine e in particolare per il delfino comune, per il quale il suono è essenziale per la navigazione e la sopravvivenza.
La peculiarità di tale tecnologia risiede nella sua attenzione alle specifiche esigenze di questa specie. È stato progettato appositamente per ridurre il rumore prodotto durante la costruzione dei parchi eolici offshore a un livello ritenuto sicuro per questa specie, basandosi su approfondite ricerche scientifiche. L’effetto di attenuazione acustica dimostrato offre potenziali benefici anche per altre specie marine vulnerabili al rumore, come le foche.
Il funzionamento della “cortina di bolle” si basa su un principio molto semplice: il suono si propaga più velocemente nell’acqua che nell’aria, perché l’acqua e l’aria hanno densità diverse. Così quando le onde sonore colpiscono la cortina rallentano, si disperdono e rimbalzano sulle bolle, perdendo energia. Il suono rimanente che emerge dall’altro lato della “cortina” è quindi più silenzioso.
Attualmente questo sistema è ampiamente utilizzata dai Paesi del nord Europa, i più impegnati a costruire parchi eolici offshore. Paesi come i Paesi Bassi, la Germania, la Danimarca e il Belgio hanno annunciato ambiziosi piani per trasformare il Mare del Nord nella “più grande centrale elettrica verde del mondo”, con l’obiettivo di aumentare congiuntamente la loro capacità eolica offshore a 300 GW entro il 2050.