Le perdite annuali del settore agricolo e zootecnico dovute ai disastri naturali ammontano a una media di 116 miliardi di euro, pari al 5% del prodotto interno lordo (PIL) agricolo globale. Sono i dati preoccupanti emergono da un recente rapporto pubblicato dall’ONU per la FAO.
Negli ultimi 30 anni, la produzione agricola e zootecnica ha registrato perdite per un totale di circa 3,6 trilioni di euro. Si tratta di perdite attribuibili a fattori come periodi di forte siccità, alluvioni, piogge torrenziali, danni causati da parassiti, focolai di malattie negli allevamenti e infestazioni di insetti. Il rapporto prevede che le perdite relative ai principali prodotti agricoli aumenteranno. Negli ultimi tre decenni, ad esempio, le perdite medie nel settore dei cereali sono state di 69 milioni di tonnellate all’anno, equivalenti all’intera produzione di cereali della Francia nel 2021. La frutta e la verdura hanno subito una perdita media di 40 milioni di tonnellate all’anno. Per i prodotti ortofrutticoli, queste perdite corrispondono all’intera produzione di frutta e verdura del Giappone e del Vietnam nel 2021. L’industria della carne, dei prodotti caseari, del latte e delle uova ha subito perdite di 16 milioni di tonnellate all’anno, equivalenti all’intera produzione di carni, prodotti caseari, latte e uova del Messico e dell’India nel 2021.
Le cause di queste perdite hanno evidenti correlazioni con il cambiamento climatico, la povertà, la disuguaglianza, la crescita demografica, le emergenze sanitarie causate da pandemie e i conflitti armati. Negli ultimi 20 anni, questi eventi, che un tempo erano meno frequenti, sono aumentati considerevolmente, passando da circa 100 all’anno a 400. Oltre che in termini numerici i disastri naturali continuano a crescere in intensità, con la siccità responsabile di quasi la metà delle perdite. Hanno un impatto crescente anche le inondazioni, le tempeste, le crisi sanitarie, i parassiti e le guerre.
Il rapporto identifica tre linee d’azione: migliorare la raccolta dei dati e delle informazioni sull’impatto dei disastri su tutti i sotto-settori, sviluppare politiche di riduzione del rischio e di prevenzione, e aumentare gli investimenti per un’agricoltura più resiliente. Inoltre, potrebbero essere considerate politiche di sostegno al reddito agricolo attraverso assicurazioni per aiutare le aziende agricole durante situazioni di difficoltà causate da calamità naturali. Queste assicurazioni potrebbero garantire la continuità dell’attività agricola, almeno nei casi in cui la calamità non comporta la sua completa cessazione. Infine, appare importante prevedere una variazione geografica delle produzioni agricole per adattarsi alle variazioni climatiche e garantire la sicurezza alimentare.