Secondo l’Undrr, l’ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi naturali, entro il 2030, in linea con le attuali previsioni climatiche, il pianeta dovrà affrontare circa 560 catastrofi all’anno. L’allarme, lanciato la settimana scorsa, in occasione della Giornata internazionale per la riduzione dei rischi da disastri naturali, avverte che entro il 2030, a causa degli impatti dei cambiamenti climatici e dei disastri naturali, altre 37,6 milioni di persone si troveranno in condizioni di estrema povertà. In uno scenario più grave si prevede addirittura che altri 100,7 milioni di individui potrebbero essere spinti nella povertà entro il 2030.
L’ONU afferma che è possibile mitigare il potenziale distruttivo dei pericoli, ovvero prevenirne la trasformazione in disastri, attraverso una pianificazione accurata e coordinata che miri a ridurre l’esposizione e la vulnerabilità delle persone ai danni. A tale scopo è necessario aumentare gli investimenti nella raccolta e nell’uso di dati dettagliati, sia per comprendere meglio gli impatti e l’esposizione disuguale ai disastri, che per informare le strategie di rafforzamento della resilienza.
“Il 2023 ha battuto i record di temperatura e ha visto siccità, incendi e inondazioni record in tutto il mondo – ha detto il Segretario delle Nazioni Unite António Guterres nel suo messaggio per la Giornata -. La povertà e la disuguaglianza stanno esacerbando questi disastri. I meno abbienti sono spesso i più esposti al rischio di fenomeni meteorologici estremi. Possono vivere in luoghi più suscettibili alle inondazioni e alla siccità e hanno meno risorse per affrontare i danni e riprendersi. Di conseguenza, soffrono in modo sproporzionato e possono essere spinti ancora di più nella povertà”.
“I Paesi devono lavorare per spezzare il ciclo di povertà e catastrofi onorando l’Accordo di Parigi, impegnandosi a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e attuando il Quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi – ha ricordato Guterres -. Dobbiamo anche affrontare le disuguaglianze a livello globale, rendendo operativo il Fondo per le perdite e i danni alla COP28 di quest’anno e garantendo che ogni persona sulla Terra sia coperta da un sistema di allarme rapido entro il 2027”.