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La carenza di forniture mediche aggrava la crisi umanitaria a Gaza

Gli sfollati senza alloggio raggiungono quota 423.000. Intanto, portare assistenza sanitaria e beni di prima necessità diventa sempre più difficile
Diritti
Redazione
13/10/2023

Dopo l’ordine dell’esercito israeliano di evacuare la parte nord della Striscia di Gaza, l’UNRWA, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, ha fatto sapere di aver spostato il centro delle proprie operazioni nella parte sud di Gaza per poter portare avanti il proprio lavoro. L’agenzia ha inoltre riferito che undici membri del suo staff sono stati uccisi da sabato, mentre 30 studenti delle sue scuole sono morti e altri otto sono rimasti feriti.
UNRWA è un’ancora di salvezza per la maggior parte dei circa due milioni di rifugiati palestinesi a Gaza e fornisce servizi essenziali come l’istruzione e l’assistenza sanitaria. Il conflitto ha costretto alla chiusura dei 14 centri di distribuzione di cibo e alla riduzione delle operazioni e circa 220.000 palestinesi hanno cercato rifugio in circa 90 strutture dell’UNRWA in tutta l’enclave.
La direttrice delle comunicazioni di UNRWA, Juliette Touma, ha dichiarato martedì a UN News che molti membri del personale sono ancora al lavoro.
“Abbiamo persone che rispondono ai bisogni delle persone nei rifugi. Stanno dando loro materassi, un posto per dormire, acqua pulita e un po’ di cibo, in collaborazione con il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP)”, ha detto Touma.

Ma l’OMS avverte che la forte carenza di forniture mediche sta aggravando la crisi, limitando la capacità di risposta degli ospedali già sovraccarichi di curare i malati e i feriti.
“Senza l’immediato ingresso di aiuti umanitari a Gaza – in particolare servizi sanitari, forniture mediche, cibo, acqua pulita, carburante e prodotti non alimentari – i partner umanitari e sanitari non saranno in grado di rispondere ai bisogni urgenti delle persone che ne hanno disperatamente bisogno”, annuncia l’Oms. “Ogni ora persa mette a rischio più vite. L’Oms chiede la fine delle ostilità e la protezione dell’assistenza sanitaria e dei civili dagli attacchi. L’Oms chiede inoltre l’immediata creazione di un corridoio umanitario per garantire l’accesso senza ostacoli alle forniture sanitarie e umanitarie, nonché al personale, e l’evacuazione dei pazienti e dei feriti. L’Oms ribadisce inoltre il suo appello al rispetto e alla tutela dell’assistenza sanitaria. L’Oms è pronta a inviare immediatamente forniture sanitarie essenziali e di pronto soccorso attraverso il suo hub logistico a Dubai e a collaborare con i partner per garantire che possano raggiungere la Striscia di Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah. L’accesso urgente attraverso il valico è essenziale affinché l’Oms e le altre agenzie umanitarie possano agire rapidamente per contribuire a salvare vite umane”.
Secondo quanto riferito dal commissario dell’agenzia Onu, Philippe Lazzarini, più di 423.000 persone sono già state sfollate. “La portata e la velocità della crisi umanitaria in corso sono agghiaccianti. Gaza sta rapidamente diventando un inferno ed è sull’orlo del collasso”, ha detto Lazzarini.

Viste la grave difficoltà di far entrare beni di prima necessità e forniture mediche a Gaza, nonché dal sovraffollamento degli ospedali, Oxfam, che lavora da anni con più di 60 organizzazioni partner palestinesi e israeliane, ha lanciato una petizione per garantire la fornitura di acqua, cibo, kit igienici e riparo.

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