Un piccolo argonauta (paper nautilus), particolare specie di polpo, immortalato in sospensione sui detriti provocati da un’eruzione vulcanica nelle acque nere delle Filippine. È la foto della biologa marina e fotografa amatoriale Jialing Cai che ha vinto l’Ocean Photographer of the Year di quest’anno, il concorso nato per far luce sulla bellezza dell’oceano e sulle minacce che deve il mare deve affrontare, e prodotto da Oceanographic Magazine, con Blancpain, Arksen e il Tourism Western Australia.
“Navigando in condizioni di scarsa visibilità e fitta nebbia durante un’immersione in acque nere, ho trovato questo esemplare di argonauta femmina – ha raccontato la vincitrice Jialing Cai -. Quando ho premuto l’otturatore, le particelle riflettevano la mia luce. La scena sembrava insolitamente serena dopo il disastro naturale e mi ha ricordato una favola ambientata in una notte nevosa. Come fotografi subacquei, preferiamo scattare in acque limpide, ma questa immagine ci ricorda che granelli di sabbia, materia organica o minuscoli organismi sono parte integrante dell’ambiente sottomarino. Il mio obiettivo è accettare la loro presenza e cercare modi non distruttivi per incorporarli nelle mie immagini”.
Secondo posto, invece, per Andrei Savin per la sua sorprendente immagine di un granchio seduto in mezzo a un anemone di mare, mentre il terzo posto è stato assegnato ad Alvaro Herrero Lopez-Beltran che ha fotografato la drammatica scena di una balena impigliata e morente.
Insieme al premio principale dell'”Ocean Photographer of the Year”, una giuria composta da diversi esperti internazionali di fotografia subacquea, ha aggiudicato riconoscimenti anche per i fotografi delle altre otto categorie del contest: “Wildlife”, “Fine Art”, “Adventure”, “Conservation (Hope)”, “Human Connection”, “Young Photographer of the Year”, “Ocean Portfolio” e “Female Fifty Fathoms”.
Il risultato è una straordinaria galleria di immagini che documentano originali incontri con la fauna selvatica, spettacolari paesaggi marini, megattere accanto a iceberg simili a cattedrali, un gregge di capre ai margini di un deserto costiero, surfisti in fila per un’onda arcobaleno, subacquei alla scoperta di antichi scheletri Maya e canoisti che galleggiano tra il ghiaccio nella natura selvaggia artica.
Tutte le immagini di quest’anno saranno esposte per 5 mesi all’Australian National Maritime Museum di Sydney a partire dal 17 novembre.